Rassegna stampa: L’Arena 9 marzo 2015

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COPPA ITALIA

Lacrime e spumante. La Tezenis brinda con la Coppa Italia

Il destino lo ha mandato in lunetta. E Giorgio Boscagin ha deciso la partita all’overtime. La bacheca della Scaligera fa spazio anche alla Coppa Italia di serie A2 Gold, 17 anni dopo il trionfo di Korac. La Tezenis supera Ferentino al termine di una partita senza fine. Inizio da paura. Verona finisce sotto, poi recupera, poi va sopra. Poi sembra avere vinto. Ma all’ultimo istante una bomba di Thomas manda il match all’overtime. Si va avanti a liberi. Una processione. La vittoria che pende di qua e di là. Poi il Bosca decide. Con lui un immenso Umeh (36 punti) ed una prova generosa da parte di tutti. La Tezenis vince 91-86. L’istantanea più bella ritrae Boscagin consegnare le sue lacrime al pubblico di Verona. Poi la Coppa alzata al cielo. Ramagli viene buttato in aria dai suoi ragazzi. Verona si commuove e fa festa con i suoi tifosi
Ferentino ha più energia, più muscoli, più velocità di pensiero. La partita in più nelle gambe proprio non si sente. Verona accusa il colpo. Non riesce a prendere in mano la traccia della gara, soffre i muscoli di Biligha, e il gioco disinvolto dei ciociari, che arrivano sempre primi al rimbalzo. Il divario è imbarazzante. Almeno: questo dicono i primi due quarti. La Tezenis accusa il colpo. Sbatte contro il muro dei laziali. Si affida a qualità personali, ma nei giochi d’area trova tiri in equilibrio precario e pure Monroe non riesce a trovare i sincronismi per diventare War Machine. Eppure Verona illude. Va avanti anche di 9 all’inizio (20-11) con Ferentino, però, ancora in carburazione. I ciociari hanno il merito di mettere la morsa sulla Scaligera. E subito arriva un parziale di 11-0 che suona come primo campanello d’allarme. Ferentino chiude il primo quarto 22-20.
Le perplessità diventano preoccupazioni nel secondo quarto. Ferentino colpisce una, due, più volte. Difende con ardore, fa prendere agli uomini di Ramagli tiri difficili sporcati pure da scariche nervose che non aiutano a cavalcare l’onda della partita. Ferentino si prende un altro break. Pesantissimo per Verona: 12-0 e i ciociari si trovano avanti 38-25. Non c’è da stare allegri nel vedere i numeri della partita. Doppiati al rimbalzo, gli uomini di Ramagli accusano il colpo anche nelle conclusioni dal campo (36 per cento contro il 50 di Ferentino). I ciociari hanno cattiva media solo dalla distanza. Ma Verona, sotto all’intervallo di dieci (45-35) deve cambiare marcia. Se l’energia è questa, se gli inneschi sono questi, Ferentino può cullare sogni di gloria e di Coppa. La valutazione di squadra 51-26 per Ferentino dice che Verona ha trovato di fronte un avversario che ha saputo buttare sul campo più forza, più energia e più carica. Serve una mezza impresa per rimetterla in piedi.
Si gioca e Verona fa un capolavoro. Si sveglia e fa tutto quello che non aveva fatto fin lì. Difende bene, torna aggressiva al rimbalzo, mette pressioni ai portatori ciociari, chiude le traiettorie e si mette a produrre in attacco. Insomma: entra in ritmo e riapre nel giro di un niente la partita. Il parziale è di 11-2. La Tezenis torna sotto con le bombe di Umeh, le palle graffiate di Monroe, una gestione attenta, oculata e senza frenesie., C’è pure l’allungo: 56-51. Ma Ferentino è squadra di cuore, che non muore mai e prima della terza sirena riesce a mettersi sul binario della speranza e il gioco si chiude in perfetta parità: 58-58.
L’ultimo quarto è da paura. Punto a punto fino alla fine. Umeh a 2′ dalla fine mette la bomba del 71-65. Sembra finita, ma non è così. Ferentino torna sotto, Verona sbaglia liberi pesantissimi con Umeh e Monroe. Mike li mette. Ma non basta. A 4 secondi dalla fine Verona è avanti 75-72. Rimessa Ferentino e Thomas allo scadere mette un tripla pazzesca. E’ overtime. Si va avanti solo ai liberi. Punto a punto. Verona, di fatto, segna solo così per circa sette minuti e si regala uno strappo di tre: 89-86. Ferentino cede sotto la precisione di Umeh e di Boscagin. Che ruba la palla più preziosa della gara e va in lunetta. Poi la festa con spumante e lacrime.

«La mia festa? Guardare la felicità dei ragazzi»

Dov’è finito Alessandro Ramagli? In doccia. A fare festa con i suoi ragazzi. Non prima di essere volato in cielo, più alto della Coppa Italia vinta. Festa grande in casa Tezenis. Spunta lo spumante per celebrare anche i 73anni di Gianluigi Pedrollo che non poteva scegliere giorno migliore per soffiare sulle candeline. Verona si é presa un trofeo dopo un’attesa durata 17 anni. E grandi meriti vanno anche al Mago livornese. Che é stato preso di peso dai suoi ragazzi e fatto galleggiare con la Coppa tra le mani. Il degno finale di una giornata speciale. Per «RaMagico», per la Tezenis, per la coppia Pedrollo-Bordato che tanto ha dato alla pallacanestro veronese.
Ramagli, a fine gara, sceglie il british style. Le mani al cielo solo per i suoi ragazzi, sotto schizzi di felicità. Capitan Boscagin ha pianto. E Ramagli cosa ha fatto? «Ho festeggiato cosí», dice indicando il sorriso che gli addolcisce il viso e guarda i suoi ragazzi. «Quando ho vinto il campionato a Pesaro, a pochi istanti dalla fine mi sono messo da parte e sono rimasto lì a guardare loro che festeggiavano». É bello anche così. Come gli artisti che si staccano dal capolavoro e restano in meditazione. Senza parole. Muti a contemplare. «Non ho bisogno di fare salti mortali», continua il tecnico. «Anche perché ho un tallone che mi fa male e non posso esagerare».
Verona, la partita di ieri, l’ha vinta due volte. Perché quel tiraccio da tre di Thomas che ha portato tutti all’overtime fa parte del mondo onirico. Tutti zitti, Ferentino in partita. E Ramagli? «Nulla! Questo é il basket. Accade anche di subire tiri di questi tipo. Non eravamo preparati per questo tipo di rimessa short clock, che prevede cioè un tiro entro pochi secondi. Abbiamo deciso di non fare fallo su Pierich. Ma come sempre accade, la sorte poi ti presenta il conto ed é arrivata la bomba del pareggio». Delusione, certo. Ma vincerla dopo tutto questo, caro Ramagli, é stato ancora più bello. «Perché la Tezenis ha dimostrato una volta di più di avere solidità mentale e morale. Che sono poi le cose più importanti da mantenere per la voltata finale dei playoff che vedranno protagoniste le quattro squadre che si sono incontrate in Coppa a Rimini: noi, Ferentino, Torino e Brescia». Non un caso.
Il capolavoro quando? «Nella parte finale del secondo quarto», continua Ramagli. «Quando eravamo sotto, quando la difficoltà era evidente. Potevamo andare anche a fondo fino al -16: la partita si poteva spaccare lí. E invece siamo stati bravi a limitare i danni, a chiudere sotto di dieci punti. E la ripartenza nel terzo quarto é stata all’altezza di quelle che sono le nostre potenzialità. Abbiamo giocato la pallacanestro che ci é stata più congeniale, abbiamo risalito la partita, li abbiamo agganciati e poi sapete come é andata a finire». Altroché…
Dentro alla festa, l’immagine più forte sono le lacrime di Giorgio Boscagin. Il capitano si é commosso. E non lo ha certo nascosto né ai compagni né al pubblico dei suoi tifosi estasiati. «É stato bellissimo», racconta quasi senza fiato. «Siamo stati concentrati per 44 minuti e mezzo. É stata una partita pazzesca. L’abbiamo vinta con il cuore come fa una grande squadra». Le lacrime sono sue, ma diventano le lacrime di Verona che torna a far festa con una palla a spicchi sottobraccio. Vicina al cuore. Tanto vicina. E quando le luci si spengono anche la Coppa prende la via di Verona. La portano a passeggio il vicepresidente Sandro Bordato e il team manager James Tirelli. La notte di Rimini li inghiotte. Sembra di sentire in sottofondo la musica di un film di Fellini. Che notte ragazzi.

Simone Antolini