Rassegna stampa: L’Arena 4 febbraio 2015

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2000 - GANDINI ALLENAMENTO

Gandini s’affida al mito: «Mi ispiro a Dalla Vecchia»

Luca si è preso Verona, la ribalta, gli applausi. Per farlo, ha scelto una partita speciale: la sfida con Trieste, la sua vecchia casa. Luca Gandini è un ragazzo che misura parole e si accompagna a sorrisi timidi. La sua carriera è fatta di bivi, di salite e di curve mai morbide. La Tezenis lo ha scoperto, riscoperto e accompagnato. Puntando su questo ragazzone che una volta sparava dinamite anche dalla distanza. E a Verona lo sanno bene. Oggi Gandini è centro di assoluto valore. Merita i riflettori, stramerita la categoria. Nel pacchetto «lunghi» di Verona ha trovato la sua dimensione. E la stagione dice che Gandini cresce. Lo ricordano i numeri. Lo sottolinea il pubblico pagante che anche domenica scorsa, a fine gara, ha tributato un lungo applauso a Luca.
LA LEZIONE. Gandini riparte da lì, dalla vittoria contro Trieste. Partita strana, dai due volti. «Non è la prima volta che ci accade di complicare una partita che si era incanalata sul binario giusto. Probabilmente è venuta meno la concentrazione. Non so bene spiegare cosa sia successo. Ma c’è una settimana per capire. Il margine di sette-otto punti ci ha fatto da cuscinetto. Ma questi sono errori da evitare in vista di quello che ci attende in futuro».
Partita a parte, però, l’impressione è che Gandini abbia fatto segnare una crescita evidente sul piano del gioco e della presenza in campo. «Sono passato da essere un giocatore buono per la B1 ad un giocatore valido anche per la LegaDue. Non dimentico la fiducia che mi era stata data proprio a Trieste da coach Dalmasson che mi ha dato la possibilità di esordire in serie A2 vincendo il campionato tre anni fa».
VOCAZIONE. Gandini cambia. In meglio. Ramagli, all’occorrenza, aumenta il minutaggio di Luca. Presente con spalle a larghe sotto canestro. Prezioso nel recupero e al rimbalzo. Una diga difensiva difficile da violare. Luca, però, pare aver perso una specialità: il tiro dalla distanza. Contro Verona si era dilettato a sparare anche da fuori area. Colpi mortali se arrivano da chi, di professione, deve catturare palloni, mettere a ferro e fuoco l’area, infilare sotto ferro e abbassare il livello di pericolosità del totem nemico. Domanda: perchè Gandini non torna a sparare dalla distanza anche a Verona? «È una questione di fiducia. Spero di sbloccarmi il prima possibile. E allora ricomincerò a tirare ancora da tre. Adesso penso soprattutto al ‘lavoro sporco’. E quindi a stare vicino a canestro per andare a prendere i rimbalzi».
IL CONFRONTO. Buon momento per Gandini. Spunta pure un paragone che magari a qualcuno può sembrare irriverente. Gandini può essere considerato un ‘piccolo’ Dalla Vecchia? La risposta arriva dallo stesso Gandini. «No, Roberto è inarrivabile. Posso portarlo come esempio a livello di etica di lavoro. Ma come tecnica e risultati ottenuti in carriera è proprio inarrivabile. Forse pareggio la grinta, ma il suo tiro me lo sogno».
In estate si era detto pure: se la Tezenis viene ripescata in A1, anche Gandini potrebbe far parte del progetto. Bel segnale anche questo. «Erano voci. Ne abbiamo parlato un pò in società. Mi sarebbe piaciuto anche come ruolo. Però adesso penso solo ad ottenere la serie A sul campo, poi la prossima estate di vedrà».
LA RINASCITA. Due passi indietro. Quando a Verona si puntava a far rinascere il basket, furono in molti a puntare su Gandini. Luca non dimentica: «Sono stati tre anni importanti. Tre anni di crescita. Sono arrivato l’ultimo anno di Scaligera, poi c’è stato il fallimento e la mia crescita è durata in quei tre anni di C1 e C2. Non sapevo ancora cosa mi avrebbe riservato la carriera. Ero andato a provare anche in Prima Divisione. Ma in C2 ho trovato più fiducia da coach Guadagnini e lì e esplosa la mia carriera».

Simone Antolini