TEZENIS DA URLO. IMPRESA A BOLOGNA E AGGANCIO PLAY OFF

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BOLOGNA
Non c´è trippa per l´Aquila. La nuova Tezenis in miniatura si conferma un osso duro per tutte le aspiranti ai play off di LegaDue.
Pur priva di Ganeto – assenza scontata – e di Chessa – ieri per il tamburino una durissima diagnosi sul suo mal di schiena: starà fuori almeno tre settimane – i gialloblù hanno infatti centrato la loro seconda vittoria consecutiva da quando è partita la rivoluzione tattica. Non solo: l´hanno fatto al PalaDozza di Bologna, tempio del basket europeo e “patria” degli eredi della Fortitudo. E mettendo di nuovo in mostra un McConnell sontuoso.
Se tre indizi sono una prova la Tezenis non solo si candida per uno degli otto posti in post season, ma anche per una possibilissima scalata ad uno dei primi quattro posti che garantirebbero la gara decisiva degli spareggi in casa. Anche perché segnare più di sessanta punti alla difesa del duo Ramagli-De Pol è impresa quasi impossibile.
Bologna si è fermata a quota 65 e solo grazie ad un ultimo quarto all´arma bianca, durante il quale gli arbitri hanno fischiato praticamente a senso unico ed il PalaDozza è tornato ad essere quella fossa che ha stritolato fior di avversari. Se la Tezenis ha resistito è solo perché all´ultimo riposo ci è arrivata con un +19 (44-63) che si è dimostrata dote appena sufficiente per resistere al ritorno dell´Aquila ferita a morte ma mai doma.
McConnell e Westbrook hanno dimostrato che in LegaDue gli americani possono e devono fare la differenza. Mickey ha confermato di essere tornato quello di Jesi: regia ispirata, penetrazioni, bombe a raffica quando serviva. Charlie ha dato fondo a tutto il suo repertorio tecnico chiudendo con 20 punti (come McConnell) e mille iniziative da entrambi i lati dell´attacco.
A coadiuvarli una squadra bassa e giovane ma capace di non perdere mai la trebisonda. Anche quando la tempesta biancoblù impazzava sotto le volte del PalaDozza. Dopo un primo quarto equilibrato e chiuso in parità (17-17) è stata infatti la Tezenis a spiccare il volo. Boscagin da tre, Bozzetto e Da Ros tracciano il primo solco (21-24), Westrook lo allarga con un gioco da tre (canestro e fallo di Cutolo) del 21-27 prima che la Biancoblù reagisca ma solo per andare al riposo sul -5 (30-35).
Il terzo quarto è un capolavoro di tecnica, cattiveria e giocate chirurgiche. In tre minuti la Tezenis vola sul +10 (Lawal e due centri, uno da tre, di McConnell) e poi sul +14 (Da Ros e Westbrook). Un solco che annichilisce Bologna, incapace di reagire se non con tiracci improvvisati o tentativi velleitari. Infatti finirà con un parziale impressionante (14-28) che permetterà a Verona di rifiatare prima dell´ultima frazione dall´alto di un tranquillizzante +19 (44-63).
Certo. Il terzo quarto di Brescia è ancora lì, nelle carni gialloblù, a ricordare che le partite si vincono al 40esimo minuto. L´urlo del PalaDozza per la sua Aquila ad un passo dal precipitare vale più di una rianimazione. Pacile e compagni provano a buttare il cuore oltre i 19 ostacoli che li separano dal riprendere in mano la partita. E quasi ci riescono.
Perché anche gli arbitri sembrano essere ipnotizzati dal tifo fortitudino. Ma anche perché McConnel e compagni segnano la pochezza di sette punti in metà quarto. Ed a 130 secondi dalla fine il tabellone segna un incredibile 63-69. Ma Brescia è lontana anni luce. Quella Tezenis non c´è più. Adesso il mal di trasferta è dimenticato. Al punto che si combatte su ogni pallone ed in ogni millimetro di campo.
L´urlo del PalaDozza diventa un lamento di dolore. Perché Verona regge, contrattacca ed allunga fino al 65-72 finale.

Bruno Fabris – L’Arena