Rassegna stampa : L’Arena 7 aprile 2015

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Luca Gandini
Luca Gandini
Luca Gandini
Luca Gandini

Gandini, «anima» Tezenis: «Sogno sempre la serie A»

Una vita alla Luca Gandini. Si spengono i riflettori, lui comincia a recitare. Lo fa da sempre Luca. E Verona se lo tiene stretto. Compirà 30 anni a novembre. Ha un sogno: «La serie A con questa maglia». Lo ha ricordato più volte quest’anno. Non tutti ricordano, però, che due anni fa il club di via Cristofoli, ancora prima di ufficializzare il rinnovo di Alessandro Ramagli decise di riportare Luca a Verona. Figura fondamentale per un gruppo che era ancora alla ricerca del suo centro di gravità permanente. Nella stagione dei record e dei successi, con la Tezenis sempre in testa al campionato di A2 Gold, Gandini è l’emblema dello spirito che anima Verona. Non nei numeri ma nella sostanza. Presenza fissa in campo. Protagonista a comando. Si è ritagliato un ruolo carico di dignità e responsabilità alle spalle di Monroe.
LA TRASFORMAZIONE. Luca a Trieste aveva buone medie dall’area, andava pure a colpire dalla distanza e al rimbalzo raccoglieva sempre buoni numeri. Bene anche ai liberi. Le statistiche, oggi, raccontano un altro giocatore. Non diverso ma evoluto. Migliorato ai liberi, con una percentuale realizzativi in impennata (dal 73 al 78 per cento), e con una mira migliore anche nei tiri da due (dal 49 al 53 per cento). Gandini, si è «dimenticato» la conclusione dalla distanza. «Devo ritrovare piena fiducia, poi tornerò a colpire anche da fuori» aveva spiegato qualche tempo fa. Il lavoro prezioso e a volte oscuro svolto fino ad oggi, non gli ha permesso di tornare a colpire anche dall’arco. Poco importa però. La piena maturazione del ragazzo fattosi uomo ha consegnato a Ramagli un perfetto lottatore.
SOFFERENZA. Nessuna smorfia, nessun lamento. Ma Luca Gandini, sempre presente in campionato, ha convissuto a lungo in questa seconda parte di stagione con un fastidiosissimo dolore al costato. «Passato quello» ha spiegato «ho rimediato una botta all’anca che a toccare appena la parte dolente, mi faceva veder le stelle». Si è lamentato? Mai. Si è gestito, questo sì. E Ramagli è stato costretto a limitarne il minutaggio. Sempre utile nel dare respiro a Monroe, ma anche nel dare spessore, peso e centimetri ai giochi d’attacco e di difesa. Gandini va colto nell’attimo. Una palla rubata, un tuffo scavezzacollo per evitare una palla persa, una giocata d’istinto sotto canestro. Lui è Verona. La Tezenis si rispecchia in Gandini.
IL FEELING. La storia è nota: figlio dell’ex portiere professionista Rino Gandini, Luca è cresciuta all’ombra di un padre diventato esempio di dedizione e tenacia. Poche parole, tanti fatti. Perché se pari sei bravo, e se invece la palla passa, i commenti sul tuo conto possono cambiare. Luca è un riflessivo. Ama la sua privacy. Parla quasi mai al singolare. Non alza i toni, si fa accompagnare da un sorriso gioviale e da uno sguardo sornione. Il feeling con l’altro veronese del gruppo, Giorgio Boscagin, è splendido esempio di «spirito di gruppo» applicato anche fuori dal campo. Così si va lontano. Molto lontano.

Simone Antolini