NDOJA: «NON GIOCO MAI PER ARRIVARE SECONDO…»

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«L’obiettivo di tutti è vincere il campionato ed io sono venuto qua per vincere. Non gioco mai per arrivare secondo. Spero di superare anche questa sfida insieme a tutti quelli che ci stanno credendo». Così Klaudio Ndoja in occasione della presentazione ufficiale alla stampa che si è tenuta stamattina all’Alpen Suite Hotel di Madonna di Campiglio, sede del ritiro estivo della Tezenis Verona. «Sarà un campionato molto duro – ha proseguito Ndoja – perchè ci sono molte squadre che si sono rafforzate. La mia esperienza di vita? Sono la parte bella di una storia che ha coinvolto tanti miei connazionali meno fortunati. Ho vissuto anni molto difficili. A causa della guerra civile la mia famiglia è stata costretta a scappare dall’Albania per cercare una futuro migliore in Italia che all’epoca per noi era come l’America, una terra di speranza. Siamo arrivati a bordo di un barcone ed io per un anno e mezzo ho vissuto da clandestino. Ogni volta che andavo a giocare al campetto rischiavo molto perchè non avevo nessun documento. La persona a cui devo di più è stato don Marco, un sacerdote che mi ha permesso di giocare all’oratorio e mi ha aiutato molto in quel periodo. È stato grazie a lui che poi ho potuto andare a giocare a Desio e da lì cominciare il mio percorso come atleta. Quando due anni fa ho vinto il campionato di Legadue è stato il coronamento di un sogno. Spero che la mia storia sia un messaggio per tutti coloro che si trovano in una situazione simile. Rimarrò e mi sentirò sempre albanese, ma devo tantissimo all’Italia e agli italiani perchè grazie a loro ho potuto avere una vita migliore. La diffidenza degli altri si vince solo con il buon esempio. Il mio incontro con Papa Francesco? È stato uno dei momenti più belli della mia vita che mi ha ripagato di tante delle sofferenze che ho vissuto. Lui è una persona fantastica e carismatica, emana una luce fortissima. Mi anche regalato un rosario dal quale non mi separo mai. Ringrazio sempre Dio per quello che mi ha dato».