LA TEZENIS VINCE IL TORNEO DI TRENTO: UN BUON AUSPICIO

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Sarà pure un trofeo estivo ma non è certo la coppa del nonno. E non solo perché per vincerlo la Tezenis ha dovuto battere prima i kazaki dell´Astana di coach Boniciolli e dell´ex Lawal e poi la Pallacanestro Cantù. Ma anche perché per farlo la truppa di coach Alessandro Ramagli ha depositato 97 punti nel canestro dei primi ed 84 in quello dei secondi, concedendo rispettivamente 71 e 72 punti. La coppa dorata che vale come memorial «Gianni Brusinelli» vale, dunque. Almeno quanto una promessa: la Tezenis può davvero fare un campionato di LegaDue Gold da protagonista. Sta studiando e lavorando per farlo e la vittoria di Trento dimostra che il progetto tecnico è giusto. Mancano ancora dei dettagli, ma a due settimane dall´inizio del campionato c´è tutto il tempo per migliorare una macchina che finora non ha mai segnalato problemi importanti pur viaggiando tutt´altro che a velocità di crociera.
La finale del trofeo ospitato al PalaTrento – giocata dopo che l´Astana aveva battuto Trento, rivalutando con questo la vittoria dei gialloblù di sabato sera – è stata partita vera. Con entrambi i tecnici che hanno fatto di tutto per vincerla. E se è vero che Cantù scontava assenze importanti, è pur vero che i brianzoli hanno un roster che vale la serie A e l´Europa, anche se rinforzato da due vecchie glorie come Chiacig e Di Giuliomaria. La differenza a favore di Verona, nel 72-84 finale, l´ha fatto l´essere più squadra ed un Ronell Taylor in stato di grazia. L´americano ha chiuso con 31 punti personali (18 già nel primo tempo) ma soprattutto con le giocate che hanno permesso, nel concitato ultimo quarto, di rintuzzare la rimonta dei canturini.
Pronti, via ed è proprio l´ex Cantù Jerry Smith ad inaugurare la serata intercettando il pallone del primo possesso avversario per andare poi a metterlo a canestro. Replicava a stretto giro di posta Stefano Gentile con una bomba che fissava un 3-2 da ricordare: è stata l´unica volta che la Tezenis si è trovata sotto nel punteggio olttre il 5-4 fissato dai canestri di Da Ros e Leunen. A metà frazione Uter metteva dentro i punti dell´11-11 ma ad 1´45″ dal primo riposo i gialloblù erano già schizzati a +11 (13-24 con due liberi di Grande).
Il secondo quarto partiva dal 18-24 ma ribadiva quanto già visto: scarsa precisione al tiro dei canturini, anche grazie all´asfissiante difesa scaligera. Tanto che alla fine i brianzoli subiranno ben 18 punti da palla persa (contro i 9 di Verona) e 38 punti in area (contro 20).
Quasi logico, quindi, il +15 al riposo lungo (33-48) con Taylor (18, come detto) e Callahan (11) in doppia cifra e Smith (9) pronto ad aggiungersi alla lista. Il rientro dall´intervallo, però, continua ad essere il tallone d´achille della Tezenis. La scorsa stagione pregiudicò più di un match; a Trento è costato il ritorno dell´Astana dal -11 al 60-60 e ieri sera – dopo il massimo vantaggio firmato da Taylor (35-53) – un parziale di 16-2 per Cantù che è arrivata a -4 (51-55) con i gialloblù capaci di andare a canestro solo dalla lunetta. È toccato a capitan Boscagin suonare la sveglia ai suoi con un canestro a 15″ dall´ultimo riposo che ha permesso di riprendere fiato sul +8 (53-61).
Sull´ultimo quarto ha pesato molto la stanchezza fisica. Più sui gialloblù, per la verità: con Gandini apparso ad un certo punto sfinito dalle continue rincorse fuori dal perimetro. Sta di fatto che coach Sacripanti ci ha davvero provato a far suo il match, imponendo ai suoi di giocare tutto e sempre su moloch Uter già protagonista, nella frazione precedente, della serie che aveva iniziato il parziale già raccontato. E con Gandini fuori sono stati i raddoppi costanti di tutti, lunghi e piccoli, a restituire alla Tezenis il predominio sotto le plance ed i palloni utili… utilissimi… fondamentali per tenere una distanza che oscillava paurosamente tra i tre ed i due possessi di differenza.
Braccia, gambe e mani tese a sporcare ogni linea di passaggio e poi via, veloci a far male. Lo ha fatto Carraretto sul 61-66, poi due volte Taylor sul 61-68 e sul 64-70 (in quest´ultimo caso con canestro più libero aggiuntivo), infine Smith da tre sul 70-76 quando mancavano 1´12 secondi alla sirena. L´ultimo respiro canturino arrivava dal solito Uter (canestro per il 72-79 con errore sul libero aggiuntivo) e toccava così a Da Ros inchiodare con due bombe il coperchio sulla cassa con il trofeo trentino, consegnato a capitan Boscagin.

Bruno Fabris – L’Arena