La tezenis a trieste in cerca di conferme: «l’avversario e’ tosto»

0
937

Da Trieste a Trieste. Un anno dopo è un’altra Tezenis. Un anno fa arrivò una sconfitta cocente. Una lezione, però. Che fece arrabbiare e capire tante cose alla Scaligera. Domenica, invece, è tutta un’altra storia. Verona arriverà a far visita alla squadra allenata da Eugenio Dalmasson con i gradi della capolista. Conta poco, certo. Ma è evidente la crescita avuta dalla squadra. Rinnovata, maturata, per certi versi, rinata. Nel nome di una vittoria (finale) che tutti attendono. Forse da troppo tempo. Sandro De Pol, prezioso vice di Alessandro Ramagli, studia e analizza in anticipo la gara che attende Verona.
De Pol, quando la Tezenis va a Trieste fatica a trovare sorrisi.
Il campo è tradizionalmente ostico. L’avversario, anche quest’anno, è di tutto rispetto. Servirà una prestazione di grandissimo spessore per spuntarla ancora.
Pure loro diranno: arriva la capolista.
Questa storia della “Tezenis squadra da battere” mi sembra una sorta di arma usata dai deboli che tendono a scaricare le responsabilità su altri. La nostra posizione è chiara: siamo ambiziosi, vogliamo giocarcela con tutti, e ci metteremo sempre nella condizione di farlo. Detto questo, c’è chi ha investito molto più di noi sul mercato, e la concorrenza è rispettabile e agguerrita. Sia chiaro questo.
Dice Ramagli: evitate di esaltarci troppo, e non recitate il “De Profundis” quando magari arriverà una sconfitta. Lei?
Sono in linea con i pensieri di Alessandro. Ci vuole equilibrio in tutto. No alle esaltazioni eccessive. E allo stesso tempo, un’eventuale sconfitta dev’essere assorbita con grande equilibrio. La verità è che i conti si fanno alla fine. Sempre alla fine.
Trieste, dunque. Impressiona particolarmente Murphy Holloway, re del rimbalzo. Stoppatore irriverente e arma in più della squadra di Dalmasson.
Holloway ha trovato un contesto perfetto per esaltare le sue eccezionali doti da agonista. La squadra lo premia, e lui esalta Trieste. Dispone di una energia pazzesca e pure di uno spirito combattivo elevato. Il suo inizio è stato straripante. È sempre pronto a buttarsi nella mischia
Voi, però, avete dimostrato più volte di saper arginare i fiumi in piena
Le risorse non ci mancano, neppure gli uomini giusti da piazzare su Murphy. Monroe, Gandini, Ndoja, Bartolozzi. C’è solo l’imbarazzo della scelta. Ma la partita non si gioca solo lì. Trieste ha molto di più da offrire.
Per esempio?
L’allenatore. Dalmasson non lo scopro certo io. È uno dei migliori tecnici della categoria. In più, Trieste può mettere in campo giocatori capaci di fare molte cose. Oggi Tonut è da considerarsi miglior giocatore del campionato. Un realizzatore pericolosissimo. E quando la partita sale di tono, esce Carra che mette i tiri più impegnativi. Grayson offre il suo valore aggiunto. Chi esce dalla panchina non fa mai mancare un contributo personale di energia. Trieste, oggi, è squadra molto eclettica. Il coefficiente di difficoltà di questa partita è molto elevato.
Ricorda l’anno scorso a Trieste. Fu sconfitta tagliente
Ma educativa. Seguì un momento difficile, che ci permise di capire tante cose, che ci aiutà a calibrare il nostro modo d’essere, che mise a nudo errori, che ci permise di crescere. Oggi per il 70 per cento la squadra è cambiata, ma resta figlia di quella “presa di coscienza”. È un’altra Tezenis. Matura, compatta, solida.

Simone Antolini – L’Arena