Rassegna stampa: L’Arena 25 febbraio 2015

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DIGRUPPO BRESCIA VR

«Tezenis, che brava». Parola di big Myers

Per gli amanti del basket rimarrà sempre uno degli idoli assoluti. Carlton Myers è una delle leggende della pallacanestro nazionale, uno di quelli da applaudire forte anche quando la tua squadra del cuore se lo trova di fronte sul parquet. È tornato a Verona non sul campo di gioco, perché quello ormai l’ha lasciato nel 2011 dopo aver compiuto i 40 anni, ma come testimonial di Sport Expo in programma nel fine settimana.
È uno dei miti degli ultimi anni, già portabandiera azzurro alle Olimpiadi di Sidney 2000 diventato oggi anche conduttore televisivo, uno di quelli che con il suo talento ha contribuito a scrivere la storia del basket. «Sono stato a Verona anche qualche mese fa per registrare alcune parti della trasmissione (si tratta di Wild, in onda su Italia1 accanto a Fiammetta Cicogna) ma non ho mai avuto l’occasione di visitare la città come si deve, magari nei prossimi giorni con Sport Expo ce ne sarà la possibilità. Per adesso di Verona ho i ricordi di quando me la trovavo di fronte sul campo».
Per arrivare a quelle partite bisogna andare indietro di 15 anni, quando la Scaligera metteva paura alle grandi del campionato italiano e anche un fenomeno come Carlton Myers si preoccupava di marcare i campioni gialloblù. «Soprattutto Henry Wiliams, ogni volta facevo una fatica super. Era uno dei più difficili da tenere e dei più fastidiosi a trovarselo davanti» sorride il campione che dopo gli anni a Pesaro fece le fortune della Fortitudo Bologna oltre che della nazionale. «Ma ricordo bene anche Davide Bonora, altro ottimo giocatore che aveva Verona in quegli anni, ma ce n’erano tanti altri perchè all’epoca quella era una buona squadra capace spesso di dire la sua contro chiunque».
Era il 2000 quando la Muller arrivava fino alle semifinali scudetto in uno dei punti più alti della sua storia, fermandosi proprio di fronte a Carlton Myers e a quella Paf Bologna che poteva contare anche su Gregor Fucka, Gianluca Basile e Giacomo Galanda. Poi Carlton Myers passa alla Tezenis di oggi. «Seguo anche la serie A2 Gold e vedo che la Tezenis sta cercando di tornare in alto, prima nel massimo campionato e poi chissà. Credo che lo meriterebbe la società ma anche un territorio come quello veronese, che per tanti anni ha vissuto il basket a grandi livelli». Poi lo sguardo si sposta sul mondo dei canestri a 360 gradi.
«È un momento difficile per tutto il basket italiano» va avanti il talento nato a Londra nel 1971, «con squadre che si iscrivono ai campionati e poi spariscono, però se guardiamo c’è anche qualche esempio positivo, dobbiamo avere fiducia». E il mondo dei giovani offre sempre un sorriso, come ricorda il campione cresciuto a Rimini in occasione della conferenza stampa di Sport Expo. «Sono contento di essere qui per promuovere un evento così importante dedicato a bambini e ragazzi, loro dovrebbero avere sempre l’occasione di divertirsi e di esprimere il proprio talento» chiude Myers, uno degli ultimi simboli del bel gioco e del talento applicato a uno sport che ha contribuito a fare grande.

Luca Mazzara