RAMAGLI: «IL PROGRAMMA MI È SUBITO PIACIUTO»

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Idee chiare, così come i programmi. Giusto per usare un termine caro ad Alessandro Ramagli. Tanti giornalisti al Montresor Hotel, ideale cornice per la presentazione ufficiale del nuovo capo allenatore della Tezenis Verona.

«Siamo stati subito d’accordo sul programma – ha evidenziato il vicepresidente Sandro Bordato -, per un lavoro che abbia finalità non finalizzate subito ed esclusivamente ai risultati immediati. Ramagli è un tassello importante, che abbiamo voluto con decisione per proseguire il nostro lavoro. Partiamo da due colonne importanti, fra un general manager di provato valore come Giuliani ed un coach di valore come Ramagli. A tutto questo aggiungeremo il bagaglio di esperienza che in questi anni tutti noi abbiamo maturato».

«Alessandro Ramagli – ha tenuto a sottolineare Giorgio Pedrollo, dell’area tecnica della Scaligera Basket – era la nostra prima scelta, siamo felicissimi di questo accordo. Credo sia perfetto per Verona. Ovunque è andato, Ramagli ha sempre saputo costruire qualcosa di importante fra risultati di squadra ed individuali, con la crescita che ha assicurato a molti atleti arrivati fino alla Nazionale. Verona in questo momento è una piazza ambita da molti giocatori. Non solo perché si vive bene, non solo perché la Tezenis ha un programma preciso, ma perché l’allenatore sarà lui. Questo credo la dica lunga sulla considerazione che Ramagli ha saputo guadagnarsi in anni e anni di lavoro. Lui riesce a capire i giocatori, ad avere la chiave giusta per tutti, ad adeguarsi alle singole esigenze e a trovare le risposte migliori per far rendere tutti al meglio. Il risultato? I giocatori danno sempre il 110% per lui. Negli anni passati siamo stati etichettati come una società mangia allenatori, ma non è questa la nostra filosofia. Anzi, vorremmo che fra quattro o cinque anni sarà Ramagli a dirci che vuole andar via perché è stufo di noi…».

«Ci saranno tre componenti nel nostro programma. Il primo – ha esordito Ramagli – è la ricostruzione della struttura, che già di per sé rappresentava qualcosa che mi subito piaciuto. Il secondo aspetto è il tentativo forte di fidelizzazione da parte del pubblico di Verona, in una città che fra Chievo ed Hellas Verona ha già due realtà consolidate. Ma anche la Tezenis ha il suo pubblico, nell’ultimo campionato ad esempio la gente si è coalizzata intorno alla squadra. Questo è significativo. Il terzo obiettivo è cercare di fare bene. La Tezenis viene da due campionati in cui si è fatto fatica, è necessario ora allestire una squadra con un forte livello motivazionale e che sappia interfacciarsi bene con la piazza e i tifosi».

Le prime domande dei giornalisti hanno puntato l’indice sul prossimo roster. «Se sarà una squadra giovane? Diciamo che le motivazioni sono importanti, magari i giovani ne hanno di più per la voglia di arrivare o per diventare migliori di quel che sono. Sicuramente ci saranno elementi con la carta d’identità un po’ verde. Noi dovremo attingere nelle loro motivazioni e loro nel nostro programma perché le loro qualità migliorino». Altra questione: l’assemblaggio. «Mi chiedete i tempi e quando la squadra raggiungerà l’intesa? Rispondo dicendovi che il lunedì siamo tutti in grado di fare 13 al Totocalcio, a casa mia si dice così. Importante è seguire il proprio obiettivo con perseveranza. Tutti insieme. Spesso l’attenzione è rivolta principalmente verso i giocatori, ma altrettanto spesso è la squadra invisibile che fa la differenza fra proprietà, staff tecnico, management, staff medico e tutto il resto. Bisogna lavorare in modo sinergico. La serie A? Contento che abbiano pensato a me, ma quando certi contatti non si sono concretizzati dico che i contatti successivi non valevano il programma di Verona».