Ramagli: «Bene specie nel primo tempo»

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2000 - RAMAGLI BRESCIA (4)

 

«Non è stata una partita semplice. Bisogna sempre essere pronti per fronteggiare l’energia degli avversari. Noi abbiamo giocato un grande primo tempo. Abbiamo chiuso la nostra area e abbiamo gestito il ritmo della partita senza farla diventare congeniale ai nostri avversari. È stata sicuramente una buona frazione sia per quantità che per qualità». Ha esordito così in sala stampa Alessandro Ramagli, coach della Tezenis Verona, al termine della gara vinta al PalaOlimpia domenica sera contro la Pallacanestro Trieste (80-71) nella ventesima giornata del campionato di Serie A2 Gold. «Nel secondo tempo – ha proseguito Ramagli – è andata meno bene. Non abbiamo avuto l’atteggiamento giusto e non abbiamo chiuso la partita. Questo è un aspetto su cui dobbiamo migliorare perché già contro Agrigento si era presentata una situazione simile. Dobbiamo migliorare il nostro killer istinct, soprattutto quando ci troviamo di fronte una squadra come Trieste che non è per nulla arrendevole. Tutte le partite sono in partenza complicate. Le rendi semplici con la qualità e l’atteggiamento. Non possiamo permetterci si sentirci superiori contro nessuno, per rispetto di noi stessi e per onorare al meglio il lavoro che facciamo durante la settimana. La gara di stasera è stata una tappa importante del nostro processo di crescita. Uno degli aspetti più positivi è stato l’approccio iniziale. Pur in assenza di un giocatore importante come Klaudio Nodja, che ci da una dimensione diversa sia in attacco che in difesa, abbiamo iniziato alla grande la partita, sopperendo al meglio il fatto che non ci fosse. Questo è un atteggiamento da squadra in salute. C’è stata una buona distribuzione dei punti, come è nelle nostre corde, e in campo abbiamo avuto equilibrio e distribuito bene le responsabilità tra tutti i giocatori. Brescia ha perso? Non mi interessa niente. Il confronto è una cosa a cui pensano soprattutto i media. Noi dobbiamo pensare a noi e concentrarci sui nostri errori. Dobbiamo farlo se vogliamo crescere».