ADDIO A GHERSETTI, IL GINOCCHIO LO HA CONDANNATO

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Finisce qui l´avventura di Mario Ghersetti alla Tezenis. Ieri la Scaligera ha preso commiato dal giocatore argentino. Maledetto infortunio. Tempi lunghi. La necessità di svoltare e cambiare. Con una smorfia di disappunto. Perché in via Cristofoli avrebbero fatto volentieri a meno di arrivare a questa scelta. Ma, calcolati i tempi di recupero di Mario, la società ha deciso di prendere una decisione drastica. Salutare e cambiare. Il nuovo che avanza si chiama Lauwers. Non uomini uguali. Inevitabile, però, che il direttore Giuliani si muovesse sullo scacchiere.
IL COMUNICATO. Così ieri si è espressa la società gialloblù. Il comunicato che ufficializzava la rescissione è uscito sul sito di Scaligera Basket intorno alle 16. «Considerati i lunghi tempi di recupero dopo l´infortunio al ginocchio sinistro, la Scaligera Basket comunica la rescissione del contratto con Mario Ghersetti, alle prese con un trauma distorsivo al ginocchio con distrazione di secondo-terzo grado del collaterale mediale subiti nella gara con la Giorgio Tesi Group Pistoia dello scorso 9 febbraio. La decisione, presa a malincuore dopo tutto quello che Ghersetti ha dato in questi mesi alla squadra, è stata dettata unicamente dall´incertezza sulla data del suo rientro e dalla necessità di avere a disposizione un giocatore a breve per i prossimi importanti impegni di campionato. A Mario un grande ringraziamento per la passione ed il vigore che ha sempre mostrato in campo, l´augurio di tornare il più presto possibile nelle migliori condizioni ed un forte in bocca al lupo per la sua carriera professionale».
IDOLO GAUCHO. Di Ghersetti resta il ricordo. E l´impressione che il guerriero argentino, scansata la sfortuna, avrebbe potuto offrire grande forza e il solito carisma. Ma il destino gli ha riservato dell´altro. Ed un finale che non prevedeva un lieto fine. L´infortunio al ginocchio, in agguato nella maledetta serata contro Pistoia ha creato una situazione di emergenza. La risonanza magnetica alla quale era stato sottoposto il giocatore aveva evidenziato subito una distorsione del collaterale mediale di secondo/terzo grado. Lo stop per i successive tre turni di campionato era stato accompagnato dalla speranza di poter rivedere in campo il giocatore il 17 marzo al PalaDozza contro Bologna. Il tempo ha consegnato agli uomini della medicina della Scaligera altre indicazioni. E si è arrivati così, a malincuore, alla separazione. Inutile dire che sul piano tecnico si tratta di una perdita davvero di rilievo. L´italoargentino è giocatore di energia. Esperto. Vivace. Reattivo. Capace di farsi amare di entrare con il sorriso e la voce nello spogliatoio di qualsiasi squadra. La Verona dei canestri era rimasta impressionata negli scontri di campo con Ghersetti, proprio di questa innata capacità di prendere per mano i propri compagni nel corso delle turbolenze della gara. Poteva durare ancora questa strada. Come detto, l´infortunio occorso al giocatore ha creato un finale alternativa. Che nessuna avrebbe voluto vedere raccontato.
GRANDE CON IL CAPO. Di Mario resta adesso il ricordo di una stagione fuggita via veloce. Per lui sedici presenze nella regular season. La miglior prestazione contro Capo d´Orlando al PalaOlimpia. Numeri alla mano s´intende. Ventuno punti in tasca e miglior valutazione stagionale. Prima di subire l´infortunio contro la Giorgio Tesi si era esibito, alla seconda di ritorno, in un´altra buona prova contro Jesi. Diciotto punti e seconda miglior valutazione stagionale. Contro la Givova Scafati la miglior performance sotto la voce rimbalzi, con ben dieci recuperi. Lascia Verona con una media di 9.2 punti partita per un totale di 147. E´ stato impiegato da Ramagli per 25,8 minuti a gara. Nei tiri da due si è attestato ad una media di 46,5. Meglio nei ´liberi´ con 65,4. Nella conclusione dalla lunga distanza Mario ha raccolto un 23,5. Verona dovrà fare a meno di lui nella rincorsa ai playoff. Perdita di spessore. Ma così è andata a finire. L´uomo che poteva diventare rugbista ma che si è ritrovato nel basket chiude così la sua avventura a Verona.

Simone Antolini – L’Arena