VIDEO – Dalmonte: «Mancata la forza emotiva per avere il giusto impatto»

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Coach Dalmonte, al termine della gara casalinga contro Forlì, ha commentato: “Dal punto di vista tecnico credo ci siano 1000 cose di cui parlare e disquisire. E’ mancata, a mio modo di vedere una forza emotiva che ci permettesse di avere l’ impatto giusto (16-9 nei primi 5 minuti) e una presenza che ci garantisse nell’arco della partita, di fronte a certi errori, la capacità di reagire.
L’aspetto emotivo e la presenza per non essere in grado di reagire a degli errori ha fatto sì che, sulla partita, prendesse grande fiducia Forlì, e mi sembra evidente la loro fiducia durante la gara; e, dalla nostra parte, un subire difensivo e una sfiducia offensiva la cui somma ha creato un elastico che un certo punto è diventato irrecuperabile.
E’ necessario che noi si recuperi, da un punto di vista emotivo, la nostra volontà di essere a livello difensivo più aggressivi e molto più attenti perché troppe sono state le disattenzioni che hanno creato vantaggi. Le situazioni di Lawson, soprattutto, sono state figlie di tante nostre disattenzioni e un’emotività differente che non permettesse ad un giocatore, a livello offensivo, di non decidere la partita.
Fa male, fa molto male, per: uno, volevamo che fosse una partita dalla quale ci fosse uno step in più rispetto alla precedente che doveva insegnarci altre cose. Fa male perché, come ho detto, era uno scontro diretto con un competitor della nostra fascia. Deve farci riflettere, proprio dal punto di vista mentale, non è un canestro che ci deve legare ad una prestazione ma è una presenza che deve costruire la partita. E’ un aspetto fondamentale questo. Siamo troppo legati ad un canestro sbagliato o fatto e siamo troppo figli di questo episodio e siamo troppo legati a questo. Ce lo trasciniamo per troppo tempo dentro la partita anziché, armati di una presenza mentale, ci facciamo scivolare l’errore appena accaduto e siamo pronti invece a non commettere un errore di disattenzione a livello difensivo o a farci abbassare le braccia a livello difensivo. Perché poi, altrimenti, diventa una cascata da cui facciamo fatica ad uscire e stasera, in un modo o in un altro, questa è una cascata che abbiamo subito”.