Udom: «Qui c’è tutto per fare bene»

0
2395

Di seguito le dichiarazioni di Mattia Udom, ala della Tezenis Verona, martedì in tarda mattinata nell’incontro-stampa nella sede della Scaligera Basket: «Mi piace giocare di squadra. Mi piace creare con gli altri. Con l’aiuto di coach Dalmonte posso crescere ancora. Voglio migliorare il mio bagaglio tecnico offensivo. Negli anni passati i progressi nella fase d’attacco mi hanno fatto prendere sempre più tiri, capiremo quando saremo in campo se accadrà lo stesso anche stavolta. La decisione spetta naturalmente al coach e da come dovrà girare la squadra. Entro a far parte in un gruppo giovane di cui però sono uno dei più vecchi. Questo servirà a responsabilizzarmi ulteriormente, da parte mia proverò a dare una mano ai miei compagni in ogni modo. Udom parte da difesa e rimbalzi, convinto di essere arrivato in una società seria e con idee chiare. Certo, anche Dalmonte ha influito nella mia scelta. Mi ha già allenato nella Nazionale Sperimentale, è stato importante per me. Averlo ancora come allenatore è un’occasione che non voglio sprecare. Chi è Mattia Udom? Io sono così, come mi vedete. Devo molto ai miei genitori. Mio padre, nigeriano, fa l’architetto. È arrivato a Firenze giovanissimo, non credo sia stato facilissimo per lui. Mia madre, parigina, è buyer per un marchio importante. Mi hanno insegnato tanto. Li ammiro molto. La serie fra Biella e Verona? Bellissima, con due bellissime tifoserie di fronte. Sono sincero, non ci aspettavamo di uscire negli ultimi playoff ma giocatori e pubblico dopo gara-2 hanno avuto una reazione incredibile che credo possa rappresentare la base di partenza per la prossima stagione. Amato? Lo conosco bene, è un mio grande amico. Abbiamo trascorso un’estate intera ad allenarci fra Parigi e la Nazionale. Sono sicuro che quest’anno darà ancora di più. Fra quelli che sono rimasto conosco meno Totè, ma l’ho già incontrato da avversario e so che diventerà un ottimo giocatore. Sono stato accolto benissimo, a Verona c’è tutto per fare bene. Sono emozionato, sto cominciando a realizzare ora che giocherà in una società così strutturata ed in una città così importante. Un giocatore non dovrebbe far dipendere la sua scelta dalla città, ma è chiaro che essere a Verona rende tutto più bello. Il punto più alto della mia carriera? La finale contro Torino raggiunta con Agrigento e l’ultima annata, la più bella, proprio a Biella. Il mio idolo ora e il poster da ragazzino? Risposta unica: LeBron James. Lo guardo, lo studio, cerco di imitarlo. E poi ho sempre stimato Mike Hall, dal punto di vista offensivo e per rimbalzi credo che ce ne siano pochi come lui in Europa. Ho tanta voglia di giocare e ottenere tutti insieme dei risultati. E vorremmo farlo naturalmente con l’importantissimo appoggio del pubblico. Devo migliorare il mio approccio mentale e tecnico, stando sempre nella partita da una parte e, tecnicamente, provando ad allargare il campo magari mettendo nel mio bagaglio anche pericolosità nel tiro da tre per agevolare i due nostri americani nelle penetrazioni. Spero di poter crescere come giocatore, sempre all’interno del contesto di gruppo. Le due cose viaggiano di pari passo. Alla fine vince sempre la squadra».