«Sforzo straordinario per arrivare fin qui»

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Di seguito le dichiarazioni di Luca Dalmonte, allenatore della Tezenis Verona, sabato sera nella sala stampa del Pala Hilton di Ferrara dopo la vittoria (58-72) sulla Bondi Ferrara nella quattordicesima giornata di ritorno del campionato di Serie A2, girone Est: «Venerdì pomeriggio ai ragazzi ho detto che la forza di un uomo è quella di poter decidere il proprio destino con le proprie mani. Alla squadra, stamattina, ho anche detto che nella vita ci sono avvenimenti che non possono essere controllati e che comunque incidono nella nostra vita e degli avvenimenti che sono sotto il nostro controllo e che sono ugualmente incidenti. Noi avevamo la possibilità di prendere i playoff matematicamente questa sera vincendo, senza contare su altre situazioni. E guarda caso Udine è andata a vincere a Treviso. La lezione è proprio questa, quella di avere cioè la forza di poter decidere con le proprie mani.

Devo dire che i giocatori sono stati bravi a tradurre il messaggio, anche se con dieci minuti di ritardo perché abbiamo concesso 27 punti nel primo quarto a fronte dei 31 di Ferrara nei successivi 30 minuti di partita. Qualche perplessità rimane, ma siccome devo guardare sempre nella direzione positiva mi tengo i 31 punti soli subiti fra secondo, terzo e quarto quarto. Se c’era qualcosa da imparare dopo la brutta partita con Treviso, un’esperienza che comunque doveva farci crescere, era il saper andare oltre gli errori. Cercare cioè di reagire senza farsi condannare dagli errori e senza affossarci a livello di fiducia. E penso che da quella gara qualche lezione l’abbiamo effettivamente imparata.

Altra considerazione. Quando torni a casa in pullman da Chieti viene facile pensare che vincere a Chieti sia stato quasi normale. Poi però anche in questa giornata ti accorgi (Chieti ha battuto 85-75 Ravenna, ndr) che nessuno ti regala niente e che tutte le cose le devi rendere facili giocandole. Non c’è niente di scontato. Allo stesso modo, visto che siamo matematicamente ai playoff con una giornata di anticipo, la verità è che il 6 gennaio (dopo la sconfitta di Roseto, ndr) se qualcuno ce l’avesse detto l’avremmo rincorso per manifesta incapacità di intendere e di volere. Sabato vedremo in che posizione saremo, se settimi o ottavi. In questi mesi i giocatori hanno fatto uno sforzo straordinario, il mio staff ne ha fatto uno doppio e quindi ancor più straordinario. Adesso però non dobbiamo minimamente abbassare la guardia. Anzi.

Adesso dobbiamo avere anche la capacità di essere soddisfatti di quanto abbiamo fatto e di quanto i giocatori hanno prodotto, sapendo però che noi siamo competitivi solo a certe condizioni che sono quelle dei 30 minuti giocati stasera a partire dal secondo quarto in avanti e non certo quelle dei primi dieci. Altra lezione da immagazzinare per il nostro doveroso modo di essere. Non solo la difesa è lo specchio di una teoria, ma l’emblema è anche l’attacco in cui tutti sono importanti e nessuno indispensabile. Non c’è stato uno che ha fatto l’exploit, c’è stata una squadra che è andata a leggere là dove potevamo avere dei vantaggi. Alcune volte bene, alcune volte male. Ma questo è il nostro modo di essere perché noi siamo così. L’avversario ai playoff? Guardiamo a Jesi ora, ci aspetta una partita in cui se non sei serio e professionale rischi di fare una figuraccia. E in più dobbiamo riscattare l’ultima sconfitta in casa con Treviso. Dopo Jesi avremo così tanto tempo di pensare al nostro avversario ai playoff che ci annoieremo anche».