Rassegna stampa: L’Arena 9 febbraio 2015

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MANTOVA ESULTANZA

Tezenis, tutto facile. La capolista in volo, Mantova si arrende

«Salutate la capolista», cantano i tifosi scaligeri calati in massa nella vicina Mantova. La Tezenis vince ancora. E lo fa con lo stile che si addice alle grandi squadre. Quasi sempre al comando dei giochi. Solo in un breve frangente in difficoltà sul ritorno degli Stings. Sono particolari che non cambiano il senso delle cose. La Scaligera supera senza dannarsi l’anima un avversario alla sesta sconfitta consecutiva. Ramagli pretendeva impegno e lucidità. La risposta dei suoi ragazzi è stata ancora all’altezza delle aspettative. La Tezenis accelera, rallenta, riparte, vede coinvolta tutti nel gioco. Poche ombre, tanta luce. E ancora il primato solitario in classifica. Il 79-65 finale dice che Verona ha forza, idee, energia e tante soluzioni di gioco. In quattro vanno in doppia cifra. I due americani, seppur ad intermittenza, fanno a fette l’avversario. Verona vince di squadra, domina il rimbalzo, viaggia ad apprezzabili percentuali di tiro e difende con rinnovata vigoria.
Il PalaBam si riempie di Verona. Il tifo gialloblù risponde presente alla chiamata dei ragazzi di Ramagli, presentando un commovente colpo d’occhio e più di 400 presenze sugli spalti. Ramagli sceglie il quintetto di sette giorni fa. Ndoja non si alza dalla panchina. Il pacco lunghi lavora su Gandini, ispirato da subito nel ruolo di domatore di palloni, e Monroe, che si accenderà solo alla distanza. Verona si affida alla brillantezza di Umeh, che firma sette punti in un amen e mette pure una bomba, imitato da De Nicolao. Sul 14-5 c’è il primo strappo per Verona che difende intenso, controlla il perimetro, chiude l’area e costringe Mantova a cercare sempre soluzioni difficili. Pure Reati buca la retina dalla corda e la Tezenis si trova già avanti di dieci (17-7). Piace l’aggressività della Scaligera. Sia nel recupero delle seconde palle che quando arriva il momento di alzare le mani in faccia all’avversario. Il risultato é che la Tezenis chiude il primi quarto avanti 21-12.
Mantova si rianima nel secondo quarto, trovando tiri pesanti dalla distanza con Rullo e Landi. La Scaligera si fa riprendere, deve registrare il mirino, abbassa l’intensità e regala momenti di gloria a Gaddefors. Insomma, gli Stings costringono Ramagli a chiamare timeout dopo un parziale di 15-8 per i mantovani, unico momento nel quale c’è davvero partita. La Tezenis si rilassa, toglie il piede dall’accelatore e Mantova torna dentro. Parità raggiunta (29-29) e Verona si rianima con Giuri, che mette dentro una bomba benedetta. La capolista rientra in ritmo, torna a difendere con costrutto e piazza un altro piccolo allungo. Fino alla sirena che sancisce la chiusura del tempo con la Scaligera avanti 42-34. Da lì in avanti i mantovani non troveranno più la forza di farsi veramente pericolosi. Manca ancora l’apporto al rimbalzo di Monroe, anche se il dato di squadra premia Verona (16-11). I punti sono distribuiti su sette giocatori. La percentuale di realizzazione é apprezzabile (50 per cento).
La Scaligera decide di prendersi la partita nel terzo quarto. Partenza a razzo, difesa diabolica, Boscagin scintillante. Prima si delizia di un assist di Monroe poi colpisce dalla distanza. Umeh va a segno. Questo per dire che in un batter di ciglia la capolista si trova avanti di 13. Verona non perde l’attenzione, mantiene l’intensità, manda in apnea l’avversario e continua a logorare la difesa della Dinamica. De Nicolao risponde ad una bomba di Wojciechowski. Al terzo intervallo i gialloblù sono in fuga, avanti di 17 punti. Il finale è una passerella. La regina del campionato usa passo felpato, non trova inciampi, va a segno con regolarità, piazza la marcia giusta e arriva a toccare anche i venti punti di vantaggio (59-79). Si va in gestione, con ruggito di Mantova che non fa male a partita già finita. Entusiasta il presidente Gianluigi Pedrollo: «I nostri tifosi sono stati commoventi per attaccamento. Li aspettiamo anche al PalaOlimpia. Spero si possa continuare insieme questo splendida corsa».

Simone Antolini