Rassegna stampa: L’Arena 30 marzo 2015

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2000 - NDOJA BRESCIA (1)

Ndoja da impazzire. Tezenis imprendibile. Primo posto sicuro

La notizia bella arriva dalla Sicilia. Brescia cade sotto i colpi di Agrigento e resta a sei punti di distanza dalla Tezenis. Con tre partite da giocare, e lo scontro diretto nettamente a favore, Verona ha la certezza di chiudere al primo posto la regular season. Missione compiuta, in attesa dei playoff. Adesso Alessandro Ramagli, ieri al mare per un giorno di relax, potrà programmare al meglio il percorso di avvicinamento alla fase finale. La Scaligera si assicura così il posto migliore nella griglia playoff. E, intanto, si coccola i suoi piccoli grandi protagonisti.
Sul web un video è diventato virale: Ndoja segna da casa sua. Fine del terzo quarto della sfida contro Casalpusterlengo. Klaudio recupera palla nella propria area. Si fermano tutti, manca un secondo allo stop. Ndoja fa due passi e dalla lunetta dei liberi scaglia un tiro che attraversa tutto il campo e si infila nel canestro. Una magia, una prodezza. Una giocata destinata ad entrare di diritto nella storia del basket veronese.
A fine partita, per forza di cose, il più celebrato è proprio lui. Ma Klaudio è persona abituata a non scomporsi più di tanto.
«Per noi era fondamentale finire bene, prima della pausa. Lo stop cade proprio a pennello perché in questo periodo siamo un po’ cotti. Nell’ultima settimana abbiamo lavorato meglio che in quella precedente, ma questi giorni di riposo sono benedetti». I primi pensieri vanno alla partita, al rendimento della squadra, alla posizione in classifica. E al futuro.
«Sono molto contento» ha proseguito Ndoja «di quanto abbiamo fatto fino adesso. Siamo in testa dalla prima giornata, abbiamo dimostrato più volte di essere la squadra più forte e abbiamo vinto la Coppa Italia. Se devo essere onesto sono molto soddisfatto anche del mio rendimento individuale. Mi considero un giocatore che sa fare tante piccole cose abbastanza bene. Sono un buon tiratore, ma non emergo in nessuna voce statistica. Cerco sempre di rendermi utile sotto tanti aspetti ed è quello che sto facendo anche qua a Verona. Il ruolo non mi interessa molto. Nasco da tre, ma adesso gioco più spesso da quattro, ma per me l’unica cosa che conta è poter stare in campo. È vero che spesso mi si vede incoraggiare e spronare i miei compagni, ma se questa squadra va bene è perché queste cose le fanno tutti, anche nei momenti più difficili come l’inizio della partita di stasera. Io magari sono un po’ più visibile quando lo faccio, ma è una forza che caratterizza tutti noi. Già del precampionato si vedeva che questo era un gruppo speciale. Abbiamo tutto per vincere questo campionato».
Klaudio ha un amico speciale: «Danilo Gallinari? Ogni tanto ci sentiamo. Lui è un fenomeno e ha appena fatto 40 punti in una partita NBA. Non mi ha ancora scritto, ma sono sicuro che sarà felice di sapere che siamo ancora in testa alla classifica e che possiamo portare Verona lì dove merita. Il gesto che faccio con le mani quando segno canestri importanti? È l’aquila dell’Albania. Si tratta di un simbolo che ho anche tatuato sulla schiena. Da pochi mesi sono diventato italiano e sarò sempre grato a questo paese perché mi ha cambiato la vita, ma il mio cuore è sempre legato alla terra dove sono nato».
Impossibile non parlare poi del suo fanta canestro: «Dopo la tripla da venti metri non ho fatto l’aquila perché non sapevo cosa fare. È stato un canestro incredibile. Non capita tutti i giorni. Ho semplicemente esultato lasciandomi trasportare dall’emozione».

Simone Antolini