Ramagli: «Vittoria significativa. Dedicata al presidente»

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2000 - RAMAGLI BRESCIA

 

«Abbiamo saputo soffrire dopo una partenza difficile. E abbiamo saputo attingere risorse di tutti i tipi da tutti i giocatori, uscendo da squadra dalle difficoltà che la partita ci ha messo davanti. È una vittoria molto significativa proprio per questi due motivi. Non era facile vincere qua a Ferentino, non era facile essere competitivi pur rimanendo sotto nel punteggio per molti minuti. Quindi il cinismo che abbiamo dimostrato, la capacità di stare insieme e di attingere giocate importanti da tutti è stato quel che ha fatto alla fine la differenza e ci ha permesso di portare a casa due punti importanti». Così Alessandro Ramagli, coach della Tezenis Verona, in sala stampa al palasport Ponte Grande dopo la vittoria (94-91) in casa della FMC Ferentino nella quattordicesima giornata di andata di A2 Gold. «Vero, ci sono giocatori che non hanno cominciato bene ma hanno finito bene. Altri che hanno iniziato bene e fatto più fatica dopo. Da tutti però, ribadisco, abbiamo preso piccoli tasselli che, messi insieme, hanno costruito la vittoria».
MOMENTI DECISIVI. «I problemi alla mano di De Nicolao? Lui per noi è un giocatore molto importante, nel momento in cui abbiamo aperto il campo è stato fondamentale in quelli che sono stati minuti-chiave della partita. Il fatto di aver dato questo contributo con una mano abrasa va ancora di più a suo merito. Mi aveva detto che non era un trauma, ma solo una grattata sul parquet. Non è poco, ma se fosse stato un problema di natura articolare sarebbe stato peggio. La scelta di tirare da tre e concedere campo interno a Ferentino? È stato il vizio del primo tempo, quando abbiamo concluso molto da tre attaccando meno l’area. Il vizio del primo tempo è stata la virtù del secondo, quando cioè ci siamo fidati meno del tiro da tre. Quando conta bisogna andare a scontrarsi e nei primi venti minuti l’avevamo fatto poco e solo la percentuale del tiro da tre ci ha tenuto in partita. Nel secondo tempo la musica è cambiata, il risultato finale nasce anche da qui».
IL PERCORSO DELLA TEZENIS. «Il nostro cammino e le due sconfitte? Ne abbiamo vinte due senza Monroe che non è come dover rinunciare all’ultimo ragazzo della panchina. Senza di lui ne abbiamo persa una ed un’altra appena è rientrato. Nei primi due mesi di lavoro avevamo trovato equilibri consolidati che abbiamo perso per un mese buono. E quando li perdi devi rincorrerne di nuovi. Questo ci ha provocato un attimo di flessione, anche abbastanza normale. Quando Monroe è rientrato ne abbiamo vinte tre di fila, anche se quella con Forlì non la vorrei considerare tale perché per me non era una partita di pallacanestro professionistica. Per me le vittorie di fila, quindi, sono due e fra l’altro entrambe in trasferta. Una a casa di Casalpusterlengo ed una sul campo di unas quadra imbattuta da sette giornate. Questa vittoria più emozionante di quella di Brescia? Faccio l’allenatore, le emozioni sono tutte uguali. Le vittorie sono tutte diverse, anche se con un filo conduttore comune. La classifica? Dice sempre la verità, non mente mai dopo tre mesi e 14 partite. Pensare che non sia veritiera è poco ragionevole. Chi è stato nelle prime quattro dopo le prime 14 giornate ha tutto per ripetersi nella seconda parte della regular season».
LA DEDICA. «Siamo vicinissimi al presidente, la perdita del padre è qualcosa che nessuno vorrebbe avere. Quando una persona ultracentenaria ci lascia è sempre un dolore, ma nello stesso tempo fa un po’ parte della legge della vita. L’importante è che la sua esistenza sia stata serena e la sua dipartita anche. Quando ho sentito il presidente era molto tranquillo proprio per questo motivo, perché ha visto con i suoi occhi che il papà ha lasciato questo mondo nel modo più sereno possibile. E tutti noi vorremmo questo nei confronti di un nostro caro».