Pini: «Sì, questa squadra ha un cuore»

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Di seguito le dichiarazioni di Giovanni Pini, ala centro della Tezenis Verona, ospite di MarioBasket, in onda ogni lunedì dalle 18:40 su Telenuovo: «Vogliamo essere una squadra che non molla mai, che resta in partita anche se prende un parziale negativo e se in attacco non funziona tanto bene. Ho la percezione che da qui in avanti sarà sempre così. A determinate condizioni possiamo battere qualsiasi squadra, ma se anche una di questa viene meno diventiamo vulnerabili. Abbiamo lavorato molto sotto il profilo mentale nell’ultimo periodo e la chiave di tutto sta proprio nella nostra capacità di saper reagire alle difficoltà. Tutti ci siamo messi a disposizione dell’allenatore, stiamo tutti dando il massimo. Ed i risultati si vedono. Bisogna tenere strette le mani sul manubrio perché ci aspettano partite difficili su campi difficili. Bisogna continuare così per non buttare tutto quel che si è fatto nell’ultima settimana con le vittorie con Treviso e Fortitudo. Per questo anche a Piacenza dovremo essere molto concentrati e determinati. Se dovremo sempre pensare alla salvezza? Dopo Roseto il coach è stato chiaro e la squadra ha recepito il messaggio. Guardiamo una partita alla volta e cerchiamo di migliorare i nostri punti deboli. Anche se con Treviso e Fortitudo abbiamo giocato bene e con aggressività abbiamo ancora tanto da migliorare. Adesso c’è più autostima, ma anche più consapevolezza. Si sta formando una chimica importante fra giocatori che prima, a stagione appena iniziata non si conoscevano affatto. Un po’ di tempo serviva. Adesso abbiamo la possibilità di alzare il nostro livello di pallacanestro. Frazier? Ha qualcosa di forte dentro, vuole sempre dare il suo contributo ed incidere. A volte fa un po’ fatica, ma è giovane ed al primo anno in Italia. È normale. Ci sta dando una grande mano, lui non è l’americano che pensa solo a se stesso. Lui ragiona per la squadra. Robinson? A me piace tantissimo, è una persona super disponibile e dà tutto per la squadra. In difesa e in attacco. Normale che, arrivato a pochi giorni dall’inizio del campionato, abbia dovuto accelerare i tempi per conoscere i compagni e rincorrere la giusta condizione fisica. Robinson è un ragazzo d’oro, è sempre il primo ad entrare in palestra e si allena sempre in qualsiasi condizioni, anche quando magari gli viene consigliato di riposare. Il futuro? Non bisogna farsi dei gran castelli, di certo con un pubblico caldo e numeroso come il nostro è ancora più bello scendere in campo la domenica. Siamo consapevoli che questa squadra può dire qualcosa di importante, ma è anche chiaro che il campo parla e il campo alla fine dell’andata ha detto che dobbiamo recuperare terreno perché non tutto finora ha funzionato. Questo però ci deve dare ancora più carica, vogliamo dimostrare che questa squadra ha un cuore. La classifica? Nulla è compromesso, in positivo ma anche in negativo. Lavoreremo sui nostri punti deboli ma anche sui nostri punti forti. Ad esempio non riusciamo a mantenere l’intensità sempre alta per tutta la partita, qualche errore in difesa inoltre su qualche gioco di pick and roll lo commettiamo. In più ci servirebbe un po’ più di qualità in attacco. Le amnesie nel terzo quarto? Abbiamo fatto fatica anche ieri, dobbiamo lavorarci. Cosa ci ha dato Dalmonte? Ha portato tanta serietà, tanta disciplina, tanta voglia di aiutarsi uno con l’altro, tanta praticità cercando anche di creare situazioni di gioco adatte per le doti di ogni giocatore. Facciamo le cose con criterio ed intelligenza, consapevoli di sfruttare le nostre qualità. Portannese? Marco c’è sempre stato, magari ha fatto un po’ di fatica ad entrare nella chimica di squadra ma la verità è che ognuno di noi ha bisogno del compagno di squadra a fianco ed anche in questo contesto lui ha dimostrato quanto vale. La mia amicizia con Davide Luppi? Ci siamo trovati in classe insieme a Carpi al liceo, indirizzo psicopedagogico, e col tempo abbiamo sempre fatto il tifo per l’altro. L’anno scorso, quando giocavo ad Avellino, sembrava dovesse venire anche lui. Quest’estate Davide ha firmato per l’Hellas un po’ prima di me, alla fine però ho firmato pure io e adesso capita che io vada a vedere lui al Bentegodi e lui venga al palazzetto a vedere la Tezenis. Davide segue parecchio il basket e da quest’anno anche la Serie A2. Che ragazzo è? Semplicissimo, innamorato dello sport, uno a cui piace viaggiare e stare in mezzo alla gente. Gli piace inoltre imparare le lingue, so che sta facendo un corso di inglese. Legge molto ed è una persona davvero molto piacevole. Uno che sa benissimo cosa vuol dire partire dal basso. Al liceo ero compagno di classe anche di Federico Setti, il figlio del presidente del Verona. Non so se stia studiando per diventare il presidente del Verona un giorno, mi pare che l’Hellas un buon presidente ce l’abbia già. Che città è Carpi? Serena, tranquilla, a misura d’uomo, comoda per raggiungere tutte le città del nord Italia, dotata di tante strutture per fare sport fra piscine, campi di calcio e di atletica, palestre. La fortuna di me e Davide è stata quella ad un certo punto di aver trovato ottimi allenatori che ci hanno insegnato a credere e a coltivare al meglio il nostro talento. Il mio sogno? Giocare con l’Italia, così come giocare le Olimpiadi. Il basket italiano? Sta attraversando un momento di transizione, magari si pensava che questa Nazionale potesse avere più successo. Non è stato così, ma i palazzetti sono sempre pieni ed alla gente la pallacanestro piace. Penso positivo. Il campionato? Peccato vedere tante squadre di blasone in Serie A2. La formula? Adesso quel che conta è trovare una formula, crederci e conservarla. Senza cambiarla, è l’unico modo per sapere se funziona o non funziona. Totè? Ha qualità incredibili, ma è ancora un ragazzo giovane. Sta soffrendo, ma sta cercando di imparare e lo fa sempre mettendosi a disposizione della squadra. Deve ora soprattutto imparare a restare concentrato per tutta la partita. Una promessa ai tifosi? Daremo sempre il massimo per la Scaligera. Non vogliamo rimpianti per il nostro futuro».