«Non siamo riusciti ad aprire la loro scatola»

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Di seguito le dichiarazioni di Luca Dalmonte, allenatore della Tezenis Verona, domenica nella sala stampa dell’Agsm Forum dopo la sconfitta (48-57) contro la De’ Longhi: «Treviso ha vinto con merito assoluto perché a livello difensivo ha chiuso completamente l’area e noi, non supportati dalle percentuali, non siamo riusciti ad aprire la scatola che loro hanno preparato. Treviso ha tenuto il 5 costantemente con i piedi sotto al ferro. Sfidandoci per il palleggio, arresto e tiro sui pick and roll, non dando vantaggi al rollante e quindi non innescando aiuti. Non siamo riusciti ad aprire la scatola perché colpevolmente, quando abbiamo attaccato, lo abbiamo fatto a testa bassa cercando solo ed esclusivamente passaggi corti ed interni di fronte ai quali la taglia di Treviso ci ha tolto del tutto la luce. Per la tipologia di partita, per come Treviso l’ha impostata, avremmo dovuto essere supportati invece da una sufficiente percentuale al tiro dai quattro metri. Avremmo dovuto essere anche più pronti e fare passaggi sul perimetro visto che l’area era chiusa. Fra l’altro la grande preoccupazione, legittima, che avevamo e che poi si è dimostrata anche durante la gara, è stata il controllo dei rimbalzi difensivi, visto che Treviso è la prima del campionato per rimbalzi offensivi. Questo non ci ha permesso di correre e di trovare quindi punti prima che la difesa si schierasse. Era necessario e vitale a maggior ragione, per la compressione e l’intasamento che ha offerto Treviso a difesa schierata, segnare canestri in corsa ma la loro forza ai rimbalzi in attacco ci ha tolto controlli puliti sui nostri rimbalzi difensivi. A livello offensivo posso dire poco. Abbiamo concesso 57 punti, ma dovevamo essere molto più aggressivi e non lo siamo stati. Treviso è una squadra che gioca al suo ritmo, non avendo noi dato la giusta pressione abbiamo concesso la possibilità di arrivare tranquillamente ai loro obiettivi in ogni gioco. A questa situazione ne collego però una mentale. A differenza di altre partite ho visto una squadra molto più incatenata, senza quella faccia e quel coraggio per attaccare la gara. Abbiamo giocato una partita apatica, compressi anche dal valore dell’avversario. Tutto questo ci deve servire da lezione. È stata una partita per certi versi di playoff, senza però essere riusciti noi ad adeguarci per intensità. E ai playoff non serve piangere, ai playoff bisogna anche sapersi adeguare alla partita che gli altri ti lasciano giocare. Mi auguro che questa lezione ci serva anche nel brevissimo periodo. Perché ora ci sono altri due punti in palio a Ferrara, dove non vorrei dover riscontrare le stesse mancanze. Perché non abbiamo forzato il ritmo e tirato sempre sui 24” senza prendere tiri sul perimetro? Perché nel momento in cui, per tutta la partita, hai titubato e non sei stato supportato dalle percentuali non sei certo incoraggiato ad essere un po’ più spavaldo. Ero curioso di vedere Treviso, che nella sua storia recente con questo gruppo e con questo allenatore ha vinto un campionato di Silver e giocato i playoff lo scorso anno, quindi con abitudine, esperienza e storia comune per giocare questo tipo di partite. Non era un segreto che vincendo oggi avremmo raggiunto i playoff matematicamente, questo extravalore dava quindi alla partita un’importanza che però non doveva toglierci spavalderia e coraggio. Quelle componenti dobbiamo mantenerle per come siamo, indipendentemente dalla gara. Questo non significa giocare a caso, perché all’inizio a caso abbiamo giocato davvero con possessi fatti di zero controllo e molta frenesia. Questo all’inizio ci ha portato fuori ritmo, quel ritmo che dopo abbiamo recuperato senza però essere supportati dalle percentuali. Magari con due canestri in più avremmo avuto anche il coraggio per fare due tiri in più. Se il ritiro della maglia di Iuzzolino ha influito nella nostra serata? Lo escludo, non c’è alcun tipo di festa che ha inquinato la partita. Purtroppo non ho visto quel che è successo attorno al campo, ma non ho dubbi che per la spesa lavorativa ed emotiva che lo staff ha investito sia stato un momento di altissimo livello, al di là del fatto che è stato dedicato ad un giocatore di altissimo valore e peso specifico per la storia della pallacanestro a Verona».