Maganza prof per un giorno all’Università

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Marco Maganza, centro della Tezenis Verona, ha incontrato martedì pomeriggio gli studenti del corso di Giornalismo Sportivo alla Facoltà di Scienze motorie di Verona.
Una chiacchierata con gli studenti di un’ora durante la quale Maganza, rispondendo alle molte domande, ha raccontato la sua carriera.

“E’ stata una piacevole esperienza – ha commentato il centro della Tezenis – è sempre bello vedere quanto interesse c’è attorno al mondo dello sport anche di fronte a studenti che hanno deciso per un percorso universitario indirizzato in maniera precisa verso il nostro mondo”.
Maganza, in apertura, ha fatto un excursus sui suoi inizi: “Ho giocato con le giovanili di Udine, a 17 anni. Poi ho vestito le maglie di Brescia, Trieste, Recanati, Matera, Imola, Ancona e poi Jesi, prima dell’esperienza a Verona”.
Il rapporto con i media e la sua esperienza sono stati oggetto di domande degli studenti, prima di parlare del periodo storico del basket: “Ora, nel basket, ci sono poche società che hanno programmazione, come ha invece Verona dove siamo ripartiti con un progetto. La Tezenis è una delle poche realtà con idee chiare del prosieguo nel corso degli anni; io questo progetto l’ho sposato in pieno, rifiutando anche proposte dalla Serie A1, sentendo una chiarezza maggiore e una volontà di puntare su molti giovani”.
L’apertura delle frontiere per i tesseramenti, il cambiamento delle società nella gestione dei settori giovanili, sono diventati successivamente gli argomenti cardine dell’incontro. “Io sono cresciuto vedendo Udine con due, tre stranieri che erano dei fenomeni. Ora il regolamento è cambiato, è più aperto e questo porta gli italiani ad avere un percorso più lungo per riuscire ad un certo livello. Quando ho militato nel settore giovanile, tante società avevano risorse da investire per avere un bacino d’utenza più ampio con l’obiettivo di formarti e farti diventare un giocatore”.