LA STORIA DEI PLAYOFF, MAGIE AL PALAOLIMPIA

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La Verona dei canestri torna a riassaporare il clima dei playoff. La Scaligera non gioca partite senza domani da tredici anni, dal maggio 2000 (6, 11 e 14) quando, nella semifinale scudetto, la Paf conquistò la finale risolvendo la serie per 3-0. Complessivamente, la Scaligera Basket ha giocato dieci volte i playoff scudetto – giungendo per tre volte in semifinale perdendo 2-1 con la Buckler Bologna nel 1994, 3-1 con la Benetton Treviso nel 1997, 3-0 con la Paf Bologna nel 2000, sempre contro le squadre poi scudettate – due volte i play out per la promozione in A1, mancandola all’ultima partita, nel 1989 perdendo a Roma contro la Phonola e nel 1990 a Treviso contro la Benetton, entrambe squadre che, in quella stagione, avevano giocato in A1, e una volta per la permanenza in A1, che la Glaxo non riuscì a confermare nel 1992.

È la prima volta che la Scaligera lotterà per la promozione in A1 attraverso l’attuale formula dei playoff. Quando Verona ebbe l’opportunità di farlo, le situazioni erano diverse. Nel 1988-89 e nel 1989-90, infatti, le prime quattro della A2 e le ultime due della A1 giocavano i playout che valevano due posti in A1. E quando la Glaxo, con Alberto Bucci (1990-91) e Franco Marcelletti (1992-93), vinse il campionato di A2, conquistò la promozione diretta con il privilegio di giocare gli ottavi di finale dei playoff scudetto.

 

PARTENDO DA DADO LOMBARDI. La prima occasione per salire in A1, la Scaligera ce l’ha a conclusione del campionato 1988-89. La Glaxo di Dado Lombardi, da neopromossa in A2, conquista la seconda fase, nella quale le prime quattro della A2 e le ultime due della A1 si giocano, in un girone con partite di andata e ritorno, due posti nella massima serie. Le favorite sono, ovviamente, le due che hanno appena concluso il campionato di A1. In quell’anno, Phonola Roma e Cantine Riunite Reggio Emilia. La Glaxo parte con tre vittorie (a Udine e, in casa, con Reggio e Rimini), perde a Pistoia e in casa con Roma, batte Udine, cede a Reggio Emilia, fa il colpo a Rimini e battendo Pistoia si mette nella condizione di giocarsi tutto, all’ultima partita, a Roma: chi vince va in A1, chi perde resta in A2. La Glaxo è senza Bailey e Sfiligoi, ma sogna per 39 minuti, va avanti anche di 15 punti, ne ha ancora 13 a dieci minuti dalla fine, poi Dalipagic non segna più, la fatica si fa sentire e Roma (nel club sta per entrare Il Messaggero) rimonta e vince 82-78 (Vargas 19 punti, Thirdkill 16; Dalipagic 28, Brumatti 15).

La situazione si ripete l’anno dopo. La Glaxo edizione 1989-1990 di Alberto Bucci comincia bene i play out vincendo ad Arese e mettendo sotto Venezia, poi perde in casa con Napoli (che viene dalla A1), fa il colpo a Pavia, cede al PalaOlimpia alla Benetton Treviso (dalla A1), ribatte Arese e Venezia. Ha la grande occasione a Napoli: per i risultati dagli altri campi, la vittoria di Verona darebbe ai gialloblù e a Napoli la A1, ma la Paini vince e la Glaxo, dopo il successo su Pavia, si gioca tutto a Treviso all’ultima giornata: è sconfitta 72-69. La Glaxo è superiore nel primo tempo, poi paga un black out di 4 minuti e, nel finale, manca l’impresa di un soffio (Gay 19, Iacopini 17, Macy 16; Schoene 20, Zamberlan 11).

La Glaxo rigioca i play out a fine stagione 1991-92, la prima giocata in A1. Non riesce a confermare la categoria, La squadra, passata da Blasone a Trevisan, poi a Guerrieri, non ha più stimoli. Batte Napoli alla prima, ma perde a Fabriano al supplementare  (sarà la sconfitta determinante). Batte Trapani, ma perde in casa con Pistoia, a Sassari ed a Napoli. Non bastano le successive quattro vittorie di fila con Fabriano e Sassari al PalaOlimpia, a Trapani e Pistoia.

PLAYOFF SCUDETTO. Ben diversa è l’aria dei playoff scudetto. La Scaligera li gioca per ben nove stagioni, in due occasioni dopo aver vinto il campionato di A2. 

La Glaxo 1990-91 di Alberto Bucci domina la A2, conquista anche la Coppa Italia, competizione nella quale ha dimostrato di poter giocare alla pari anche con le migliori della A1. Potrebbe affrontare i playoff con buone possibilità di fare strada, ma nelle ultime gare della “regular season” perde Russ Schoene. L’avversaria, agli ottavi, è la Clear Cantù di Pierluigi Marzorati. La squadra, allenata da Frates, ha appena battuto il Real Madrid in Europa. Alla vigilia di gara-1 a Cantù, si spera nell’assenza di Pace Mannion, che invece gioca con il naso rotto e una vistosa fasciatura. Anonimo nel primo tempo, Mannion a 1’04″ dalla sirena rompe l’equilibrio con una tripla e subito dopo un canestro in entrata. Così la Glaxo, che aveva recuperato dal 10-0 iniziale, cede 66-62 (Pessina 17, Mannion 15; Morandotti 20, Kempton 19). 

La Glaxo pareggia i conti al PalaOlimpia (104-96) con Trevor Wilson che firma 31 punti (Morandotti 21, Kempton e Moretti 15, Brusamarello 14; Pessina 32, Mannion 26, Bouie 12, Marzorati 10).  A Cantù, però, il sogno dura dieci minuti. Nel secondo tempo decidono i maggiori nervi saldi, l’esperienza e i 23 punti di Pessina. Finisce 88-79 (Rossini 17, Mannion 15, Bouie 12). Per la Scaligera Wilson 20, Morandotti 17, Kempton 12, Brusamarello e Moretti 11.

Cantù è l’avversaria agli ottavi di finale dei play off anche nel 1992-93. La Glaxo di Franco Marcelletti, rilanciata dall’arrivo di Henry Williams, ha vinto la A2. I playoff sono un gran bel premio. I gialloblù vanno subito sotto in gara-1, recuperano, mantengono la partita in equilibrio e negli ultimi secondi mancano l’occasione per il pareggio: 89-84 (Caldwell 30, Mannion 24, Corvo 11; Frosini 25, Williams 20, Gray 16). La Glaxo, ormai appagata e, comunque, inferiore a Cantù, cede in gara-2 al PalaOlimpia 71-76 (Williams 21, Gray 18, Bonora 12; Caldwell 21, Gianolla 16, Tonut 13, Bosa 12).

La Glaxo di Marcelletti, da neopromossa in A1, offre una stagione sensazionale. Chiude la “regular season” al quarto posto, perdendo il secondo per la sconfitta a Reggio Emilia nell’ultima giornata. L’avversaria dei quarti di finale è la Recoaro Milano di Mike D’Antoni. Davide Bonora regala una delle più intense emozioni mai vissute al PalaOlimpia con il canestro in entrata, infilato quasi a fil di sirena: 80-78 (Williams 23, Gray e Frosini 15, Dalla Vecchia 10; Djordjevic 27, Tabak e Riva 15). L’impresa è in gara-2, al PalaTrussardi: la svolta arriva ancora negli ultimissimi secondo ed è Sly Gray a piazzare la bomba dell’86-89, che evita l’insidia dell’overtime e apre alla Glaxo le porte della semifinale. Sly infila 30 punti in tutto (Bonora 16, Williams 13, Dalla Vecchia 12; Djordjevic 28, Riva 23, Pessina 20, Tabak 10). Sarà quella l’ultima partita di Dino Meneghin. Era il 24 aprile 1994.

In semifinale, la Glaxo incrocia la favorita numero 1, la Buckler Bologna degli ex Bucci, Savio, Moretti, Morandotti, Schoene. C’è poco da fare in gara-1 a Bologna: Bonora e Williams sono sotto tono e Brunamonti trascita la Buckler al 79-72 (Danilovic 20, Binelli 15, Moretti 14, Brunamonti 10; Williams 16, Gray 15, Boni e Dalla Vecchia 14, Frosini 10). La Glaxo è fantastica in gara-2: gioca dieci minuti da antologia nel primo tempo, sale a “più 17”, subisce la rimonta della Buckler, ma nel finale Williams non sbaglia: 72-69 (Gray 23, Williams 16, Bonora e Boni 12; Binelli 20, Schoene 15, Danilovic 14). Nella “bella” non c’è storia: la Buckler gioca con feroce determinazione, impone la superiore classe ed esperienza e tiene la Glaxo a 55 punti e ne segna 77 (Danilovic 21, Schoene 16, Moretti 13, Brunamonti 11; Williams 21, Frosini 15).

La Birex 1994-95 era destinata a far sognare. Senza gli infortuni a raffica che l’hanno colpita, avrebbe veramente potuto puntare al massimo risultato. Ridotta com’è, invece, è già brava a superare il primo turno dei play off. Elimina Pistoia negli ottavi in tre partite. Vince gara-1 (82-77) al PalaOlimpia con Henry Williams in gran spolvero (25 punti; Edwards 19, Dalla Vecchia 11) sulla Madigan di Crippa (10, Embry 17, Minto 22, Forti 12), che ha come vice play Walter De Raffaele. È costretta quindi ad un’insidiosa “bella”, perdendo gara 2 a Pistoia: 68-64 (Minto 23, Howard e Forti 14; Williams 18, Edwards 11, Laezza 10). Passa ai quarti, vincendo gara 3 al palaOlimpia: 80-76 (Edwards 20, Williams 17, Galanda 10; Howard 22, Forti 14, Embry 12, Crippa 11, Minto 10).

La Birex nulla può nel quarto di finale contro la Filodoro. A Bologna, cede 88-82 andando oltre ogni aspettativa grazie, soprattutto, ad un Dalla Vecchia al top (32 punti con 9/9 da due, 4/5 da tre, 2/2 in lunetta, 7 rimbalzi). Decide Enzino Esposito: 28 punti (Djordjevic 23, Frosini 15, Gay 10; Williams 17, Edwards 16). In gara 2, al palaOlimpia, la Filodoro fa la differenza sin dal primo tempo: 79-85 (Williams 32, Laezza 13, Edwards 11; Esposito e Djordjevic 23, Pilutti 16, Gay 12).

Bonora e Williams vanno a Treviso e la Mash di Marcelletti gioca una stagione (1995-96) sofferta. Con l’innesto di Mike Iuzzolino, comunque, si guadagna l’accesso ai play off proprio all’ultima giornata vincendo a Pesaro contro la Scavolini. Ed è proprio la Scavolini che incrocia nell’ottavo di finale. La musica, in gara-1, è diversa: Pesaro vince nettamente (91-81). Antonello Riva è super con 31 punti. La Mash pareggia i conti al PalaOlimpia, trascinata da Iuzzolino (36 punti). Alla sirena è 84-73 (Galanda 20; Pieri 16, Riva 15, Thompson 13, Magnifico 12). E Verona va vicina al colpo in gara-3 dove la Mash manca il canestro del successo con Iuzzolino dopo che Londero e Laezza avevano strappato un “miracoloso” overtime (la Mash era sotto di 6 a 37″ dalla sirena). Nel “supplementare”, la Scavolini confeziona l’82-76 finale (Magnifico 18, Dell’Agnello 13, Rossi e Thompson 11, Pieri 10; Iuzzolino 24, Neal 13, Laezza 12).

Nell’estate 1996, Marcelletti va a Milano e Verona targata Mash si affida a Phil Melillo per poi passare ad Andrea Mazzon dopo 13 partite. La squadra perde a lungo Mike Iuzzolino. Assaggia solo Spud Web. Poi torna Mike e la Verona dei canestri vive uno dei periodi più belli di sempre con una sconfitta in 14 partite tra la ventesima giornata e gara-1 della semifinale play off fra Final Four di Coppa Italia e finale di Coppa Europa col Real Madrid.

L’esordio ai play off è, agli ottavi, con la Scavolini Pesaro. La Mash risolve la questione in due partite: 95-72 al PalaOlimpia (Keys 28, Londero 25, Iuzzolino 11; Esposito 30, Thompson 16, Conti 10), 94-107 a Pesaro (Esposito 22, Conti e Bonaccorsi 14, Gray 12; Iuzzolino 41 con 3/4 da due, 6/8 da tre, 17/18 ai liberi; Londero 17, Keys 13).

Ai quarti di finale, ecco l’incrocio con la Stefanel Milano di Franco Marcelletti. E di Matteo Nobile, determinante in gara-1 (al Forum di Assago) nel successo delle “scarpette rosse”: 82-75 (Fucka 31, Portaluppi 17; Iuzzolino 18, Keys 15, Bullara 13, Londero 12). Il riscatto è immediato in gara 2: 93-84 (Iuzzolino 35, Londero 18, Bullara 14; Nobile 21, Sambugaro 20, Kidd 13, Portaluppi 11, Kalaitzis 10).

Gara 3, nelle serie al meglio delle cinque gare, è spesso quella che più incide sul risultato finale. La Mash ha il colpo al Forum, dominando la partita: 75-91 (Fucka 25, Kidd 18, Bowie 15; Keys 21, Bullara 13, Iuzzolino, Dalla Vecchia e Londero 12). E si appella al tifo del PalaOlimpia per chiudere la serie. Ci riesce a capo di un’entusiasmante rimonta ed elimina la Stefanel con un tiro libero di Iuzzolino a 4″ dal termine. Con le squadre in parità, Mazzon chiama time out e chiede a Mike di infilare il primo tiro dalla lunetta e sbagliare il secondo per far scorrere il cronometro. Iuzzolino fa il contrario. Così l’ultima palla è per Portaluppi che la perde sulla pressione gialloblù: gli arbitri lasciano correre, Milano protesta, Verona è alla sua seconda semifinale scudetto.

 

VETTA ALTISSIMA. La Scaligera tocca il punto più alto della sua storia, per quanto riguarda i campionati, portando la Benetton Treviso di D’Antoni e degli ex Williams e Bonora, a gara-4 (nelle altre occasioni, prima e dopo, sarà 3-0 per gli avversari). La Mash compie l’impresa vincendo gara-1 al Palaverde: 79-83, in virtù di una gran difesa e di uno splendido Iuzzolino (30 punti; Keys 12, Londero 10). Per la Benetton Rebraca 20, Pittis 15, Williams 14, Marconato 13).

L’incanto si rompe l’indomani. David Londero ha la broncopolmonite ed esce dai play off. La Mash, con lui, aveva raggiunto una “chimica” perfetta. David era in simbiosi con Iuzzolino e Mike con lui si sentiva libero e tranquillo. Si capisce subito che sarà impossibile reggere l’urto dalle favoritissima Benetton che al palaOlimpia pareggia i conti: 70-75 (Keys 27, Jerichow 11, Bullara 10; Williams 31, Rebraca 16, Pittis 11). Poi domina gara 3: 104-84 (Williams 30, Rebraca 17, Pittis 15, Niccolai 11, Sekunda 10; Iuzzolino 19, Keys e Dalla Vecchia 15, Bullara 11) e si conquista la finale scudetto (che vincerà) al PalaOlimpia in gara 4. La Mash tiene sulla corsa gli avversari, rimonta da “meno 13” a “più 10” e paga fischi arbitrali dubbi nel finale punto a punto: 81-83 (Bullara 18, Keys 16, Iuzzolino 15, Galanda 10; Pittis 20, Bonora 16, Marconato 15, Williams 14).

 

L’ANNO DELLA KORAC. Nella stagione 1997-98, con Iuzzolino diventato italiano, la Scaligera punta decisamente alla conquista della Coppa Korac. Centra l’obiettivo, ma quattro giorni dopo il successo di Belgrado, deve affrontare la Pepsi Rimini in gara-1 degli ottavi di finale dei play off. C’è la festa prima della partita, al PalaOlimpia. Ma la Mash è scarica e Rimini è tosta in difesa ed ha un Gorenc irresistibile (30 punti, Righetti 17, Fetissov 16, Scarone 11). Finisce 82-88 (Iuzzolino 26, Brown 18, Jerichow 14, Bullara 13). Finisce male anche gara 2, a Rimini: 70-64 (Gorenc 16, Romboli e Righetti 13; Iuzzolino 16, Jerichow 15, Keys 13).

La stagione 1998-99 è tribolata, ma Verona centra gli ottavi dove, senza Iuzzolino infortunato, cede 1-2 alla Sony Milano. Perde gara 1 per 80-74 al Palavobis (Johnson 24, Portaluppi 19; Booth 26, Willoughby 18, Londero 13, Gnad 10). Rimette tutto in discussione con una bella partita (gran primo tempo) al palaOlimpia: 75-61 (Willoughby 30, Booth 21; Johnson 18, Booker 12, Wucherer 11). In gara 3, decide l’ultimo tiro (72-69) con Dalla Vecchia che mette sul ferro il tiro del possibile overtime (Johnson 17, Gigena S. 15, Portaluppi 12; Booth 25, Dalla Vecchia 17, Willoughby 15).

L’ultima volta della Scaligera ai playoff significa la terza semifinale scudetto. È la stagione 1999-2000. Marcelletti lascia il posto a Pippo Faina dopo 16 partite. Sono appena arrivati Beric e Bullock. Il dodicesimo posto in classifica, a fine “regular season”, vale i play off. Agli ottavi, tocca la Zucchetti Montecatini. Gara 1 è dei toscani: 88-67 (Scarone 17, Slater 15, Niccolai 14, Loncar 12, Chiacig 10; Bullock 18, Beric 16, Schmidt e Albano 11). Al palaOlimpia, Beric (27 punti) e Bullock (26) sono implacabili in attacco e la difesa fa il resto: 93-80 (Schmidt 17; Niccolai 25, Slater 12, Loncar 10). La Muller, che in trasferta aveva vinto una sola partita (proprio a Montecatini), fa il colpo sul campo della Zucchetti e passa il turno: 90-99 dopo un tempo supplementare (Scarone 30, Slater e Niccolai 18, Loncar 10; Bullock 30, Beric 23, Schmidt 15, Albano 14, Camata 11).

Ai quarti di finale, si rinnova il duello con Milano. La Muller ha il vantaggio del fattore campo e liquida una modesta Adecco 3-0. Rifila 31 punti in gara 1 al PalaOlimpia (record per Verona): 101-70 (Beric 23, Schmidt 15, Albano 14, Camata e Bullock 11; Portaluppi 18, Respert 11). Fa il bis a Milano (72-80) e chiude i conti a Verona in gara 3: 96-73 dopo un parziale d’avvio di 24-3 (Beric 20, Albano 15, Schmidt 14, Nobile 11, Arigbabu 10; Respert 19, Portaluppi 15, Larsen 11). Il passaggio alla semifinale garantisce alla Scaligera il ritorno in Europa (sarà Eurolega) e la sfida dalla Paf Bologna. Gara 1 finisce 88-77 (Myers e Karnisovas 21, Fucke 10; Beric 27, Bullock 20, Schmidt 16). Al PalaOlimpia, la Muller gioca un bel primo tempo, poi la Paf prende il sopravvento: 66-70 (Beric 19, Bullock 17, Schmidt 14; Fucka 19, Karnisovas 17, Myers 16). In gara 3, a Bologna, non c’è Bullock e la Muller cede 60-51 (Myers 17, Fucka 16; Beric 23, Rombaldoni 11). È il 14 maggio 2000. Tredici anni dopo, la Scaligera rivive la magica atmosfera dei playoff.