«Gran gruppo, si rema anche per chi non c’è»

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BRAIDA CHE ARIA

«Mi auguro che la Tezenis sia prima già domenica, avremmo più tempo per distribuire i carichi in maniera più diluita e i giocatori stessi sarebbero più liberi mentalmente prima di un periodo di carico e di successivo scarico con l’avvicinarsi dei playoff. Vedremo quel che dirà il campo, sapremo in ogni caso adeguarci. Io la vedo da un punto di vista fisico, ma capisco Alessandro Ramagli che deve allenare la squadra e questo non sempre stato possibile». Così Giacomo Braida, preparatore fisico della Tezenis Verona, ospite giovedì 26 marzo di «Che Aria Tira Basket», in onda dalle 13 su TeleArena. «Le situazioni singole dei giocatori? Gandini è un gladiatore. Per quel che ha avuto tanti altri sarebbero rimasti fermi, lui no. Tanto di cappello. Piano piano la sua condizione sta migliorando, finora lo si è un po’ risparmiato per farlo scendere in campo in sicurezza per le partite. Giuri ha saltato precauzionalmente l’ultima a Jesi, ma da mercoledì ha cominciato ad allenarsi in alternanza con altri giocatori. Stamattina ha lavorato bene. Reati? Con Jesi è uscito per un colpo a un piede dopo pochi minuti. Oggi pomeriggio si allenerà con me, valutiamo le sue condizioni ora per ora. Per Boscagin servirebbe una campana di vetro e tenerlo così per altri dieci anni. Il gruppo in questo periodo ha dimostrato di essere molto coeso, tutti hanno remato anche per chi non c’era. Casalpusterlengo? È una squadra ostica, che manda in campo molti giocatori e tutti con un certo minutaggio e quindi fisicamente tonica con un mix di giovani e gente esperta, come l’eterno Alvin Young. La mia carriera? Dopo aver giocato in giro per l’Italia, nel 1997 ho cominciato a fare questo mestiere che era anche quello di mio padre. Noi ricevuti dal sindaco? È stata una bellissima giornata, per me poi è il primo trofeo di un certo peso che vinco. Ne vado fiero ed orgoglioso, così come le parole di Flavio Tosi e quei momenti così significativi trascorsi con tutta la squadra. Verona mastica basket, è una città a vocazione e tradizione calcistica naturalmente ma fra passato e presente tutti guardano alla pallacanestro».