martedì, Marzo 19, 2024
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Giacomo Galanda 1995/96

1989/1990. Altra promozione sfiorata ... >>

Alberto Bucci ha appena portato Livorno alla finale scudetto, persa in gara-5 contro la favoritissima Milano, a 30 centesimi di secondo dal titolo. Sceglie di scendere in A2, convinto dal progetto della Scaligera, che vuole la A1 in tre anni (ma confida in due). Arrivano il play Marcheselli, di rincalzo a Brusamarello, e il tiratore Masetti, ritorna Claudio Capone (già in B con Lombardi). E, soprattutto, il “Grande rosso”, Russ Schoene che, dopo tre stagioni a Seattle, rientra in Italia dove era stato protagonista in due scudetti e una Coppa Korac con la Milano di Dan Peterson. L’altro straniero è… James Bailey. La società ritiene che, senza Dalipagic e Lombardi, meriti fiducia. La Glaxo, che in precampionato si prende il lusso di battere 101-99 l’Armata Rossa di Tkachenko, parte alla grande: con un superlativo Zamberlan passa a Pavia (101-106) e “asfalta” Fabriano (85-65). Si disunisce in casa contro Pistoia (82-84), ringrazia Brusamarello che infila all’ultimo secondo a Gorizia (68-70), trova il miglior Bailey nella vittoria su Arese (92-78). Ma James si ferma: deve operarsi al menisco. Il sogno è sostituirlo con Ricky Mahorn: centro titolare dei Detroit Pistons, è scelto da Minnesota, ma lui vuole andare a Philadelphia. Fadini si inserisce, Mahorn viene a Verona, passeggia e pranza in Bra, assicura che sarà gialloblù se non dovesse andare in porto la trattativa con Philadelphia. L’illusione dura pochi giorni, ma c’è la dimostrazione di quanto la Scaligera Glaxo intenda fare le cose in grande. Il gettonaro Henderson, ex Harlem Globertrotter, non incide a Venezia (101-81) ed a Trieste (104-96), ma fa bene al PalaOlimpia contro Rimini (109-79). La Glaxo (che porta Sandro Brusamarello in Nazionale fa festa a Cremona (80-82), con Sassari (95-75) e Udine (98-97 dopo rimonta dal “-17”), quando rientra Bailey. L’americano, però, sta a… guardare contro Rolle a Livorno (82-80), dove Roberto Dalla Vecchia realizza il suo primo canestro da tre punti (diventerà uno specialista), e delude al PalaOlimpia contro la Jolly Forlì (81-88). Fertonani tuona: «Non voglio più vedere Bailey». E Bucci rileva: «Rispetto l’uomo, ma noi abbiamo bisogno di un giocatore». La partita di addio di Bailey è a Torino contro la capolista Ipifim di Ricky Morandotti, già prenotato dalla Scaligera (92-79). E James gioca benissimo. Arriva Greg Stokes. la Glaxo, con difesa e ritmo, batte Brescia 97-74, Pavia 110-92, Fabriano in trasferta (83-94). Poi cede a Pistoia (82-73), sprecando l’occasione di installarsi al comando della classifica. Riprende la marcia con l’89-84 su Gorizia (Schoene vince il confronto diretto col temuto Alexinas), il 69-82 sul campo dell’Arese e il 95-79 sull’Hitachi Venezia, che vale il primo posto in classifica assieme a Torino, Trieste e Livorno. Esce ridimensionata dal confronto con Trieste che vince al PalaOlimpia 83-93, riprende la scalata con il successo di Rimini (82-93) e il 97-78 sulla Braga Cremona, ma naufraga in Sardegna contro la Popolare Sassari (81-72), mentre Torino e Trieste prenotano la A1. Dopo la bella prova di Moretti, Schoene e Capone, decisivi a Udine (82-101), la Glaxo vince il big match con Livorno (84-71) e poi batte in trasferta Forlì (92-101) nel giorno in cui Torino, battendo Trieste, rende al lumicino le speranze di promozione di Verona. I gialloblù lottano alla pari con l’Ipifim al PalaOlimpia, ma mancano il tiro del sorpasso a fil di sirena (88-89). Torino e Trieste festeggiano la promozione, la Glaxo si prepara ai play out. Perde l’ultima (100-99) a Brescia, ma parte a razzo nel girone che vede le due dalla A1, Treviso e Napoli, favorite. Vince a Cantù contro Arese (83-101) e liquida Venezia (109-81). Poi gioca una gran partita contro la Paini Napoli, ma perde in volata (83-89). Conferma le aspirazioni con il successo di Pavia (76-91), ma deve cedere alla Benetton che passa al PalaOlimpia 80-83 con un grande Macy. Batte Arese (101-90), sfrutta la grande vena di Zamberlan e Schoene a Venezia (84-102) e si costruisce una grande occasione a Napoli. La notizia della vittoria di Venezia a Treviso arriva mentre la partita è sospesa per la rottura di un tabellone. A quel punto, la vittoria dei gialloblù promuoverebbe in A1 sia Verona che Napoli. Quando si riprende a giocare, il canestro è visibilmente sorto. La Glaxo manca gli ultimi tiri, perde 84-82. Bucci si mette le mani sulla testa. Si rifugia nell’ironia: «McQueen è un angelo: 24 minuti senza fare falli». La Glaxo ha, comunque, un’altra possibilità di promozione dopo il successo su Pavia (102-91), ma deve vincere al Palaverde contro la Benetton. Domina il primo tempo (41-36), si disunisce in avvio di ripresa (4’ senza infilare il canestro) e manca di un soffio l’impresa nell’incandescente finale (72-69).

1990/1991. Stagione magica: Promozione in serie A1 e Coppa Italia ... >>

La Scaligera costruisce una corazzata. Da tempo si è assicurata Ricky Morandotti. A Torino va Zamberlan. Bucci coltiva anche il sogno Brunamonti, ma non si avvererà. Arrivano Fischetto come cambio di Brusamarello e Savio a rinfoltire il settore esterni. Al centro ecco Tim Kempton, da Napoli, carattere irascibile, ma concreto. E il giovane, promettente, Frosini. La Glaxo è la favorita n. 1. Rispetta il pronostico. Elimina la Filodoro Napoli nel primo turno di Coppa Italia ed esordisce in campionato battendo la Fernet Tonic Pavia di Oscar (50 punti) per 110-95. Perde di uno in Coppa contro la Phonola Caserta di Franco Marcelletti (che a fine stagione conquisterà lo scudetto), ma la elimina vincendo in Campania. In campionato è rullo compressore: 81-96 a Cremona, 100-86 all’Aprimatic Bologna, 96-77 al Banco Sardegna Sassari, 82-101 a Brescia dove si ritrova sola al comando della classifica. La marcia prosegue: 99-89 contro Arese (con Moretti da record: 25 punti in 32’ con 5/5 da due, 3/4 da tre, 7/8 ai liberi), 73-94 a Udine, 96-84 contro la Reyer Venezia, alla vigilia della gara di Coppa contro la Knorr Bologna di Ettore Messina, battuta di 9 punti al PalaOlimpia. In campionato, la striscia vincente prosegue con il 99-104 di Fabriano (brutta prova, ma bastano Savio e Fischetto), il 92-76 al Billy Desio, il 79-85 di Trapani. Dopo il successo di Fabriano, la Glaxo sfodera una delle migliori prestazioni della storia della Scaligera dominando la Knorr a Bologna, qualificandosi alla final four di Coppa Italia. Dopo 11 vittorie consecutive, la Glaxo inciampa sul record perdendo in casa contro il Livorno (88-92). Andando nello spogliatoio, Kempton sfonda la porta con un pugno, procurandosi un taglio (tre punti di sutura). Ma rimanda subito la seconda, Montecatini, a meno 4 battendola a Lucca (91-98) con superMoretti e un Morandotti sempre uomo di equilibrio della squadra. La Glaxo vince una rognosa partita (66-64) contro la Ticino Siena di Dado Lombardi che può lamentarsi per una bomba di Vidili allo scadere, giudicata fuori tempo dagli arbitri. Vince sul campo della “bestia nera” Pistoia (90-98) con Savio e Kempton in evidenza, ma cade in un periodo difficile. Perde 118-116 a Pavia in malo modo: in cinque contro quattro, all’ultimo secondo, si fa sorprendere da Zatti che approfitta di una dormita generale gialloblù, conquistando rimbalzo e realizzando il tiro vincente. Dopo il tiro al bersaglio (124-84 contro Cremona, maggior vantaggio di sempre), la Glaxo perde all’overtime a Bologna contro l’Aprimatic e cede a sassari (83-78). La flessione è atletica e mentale. Ma c’è anche qualche nervosismo. Bucci, ad esempio, ha qualcosa da dire su Kempton. Lo sponsor Fertonani coglie l’attimo giusto per invitare a cena tutta la squadra, mette tutti a proprio agio, poi parla chiaro: stimola il gruppo e chiarisce che con quello si va avanti, verso la A1. La Glaxo torna a vincere contro la Telemarket Brescia (106-84), in trasferta sulla Teorema Arese (82-92) con Brusamarello e Fischetto decisivi, al palaOlimpia contro l’Emmezeta Udine di King (96-76) e, alla vigilia della final four di Coppa, a Venezia (85-100). Con un piede quasi in A1, va a compiere l’impresa di conquistare la Coppa Italia, unica squadra proveniente dalla A2 a riuscirci, battendo Livorno in semifinale e la Milano di D’Antoni in finale con uno Schoene superlativo. L’unico neo di giornate memorabili sono le fondate voci di un addio di Alberto Bucci a fine stagione. Al rientro in campionato, Moretti conduce la squadra al successo con Fabriano (99-89), Kempton dà la sveglia alla squadra nel successo di Milano sull’Irge Desio (91-101), ancora Moretti, appena convocato in azzurro, è grande contro la Birra Messina Trapani (83-82), tutta la squadra si esprime ad alto livello nel 91-100 di Livorno. Ed alle 19.55 del 24 marzo 1991 è sicura della promozione in A1, dopo l’ennesima vittoria (88-80 alla Lotus Montecatini). La Glaxo può prepararsi per i play off scudetto, ma arriva la tegola: la stagione di Schoene è finita. A Siena, dove la Glaxo perde 82-78, è sostituito da Martin; al palaOlimpia, nell’ultima di regular season (98-87 alla Kleenex Pistoia) da un bravo Trevor Wilson (27 punti). A fine partita, i gialloblù conoscono l’avversaria al primo turno dei play off: è la Clear Cantù, reduce dal successo in Coppa Korac contro il Real Madrid. L’assenza di Schoene e un certo appagamento pesano nella sfida con Cantù. In gara 1, la Glaxo parte 13-0, poi rimonta, mette anche la testa avanti, ma perde 66-62. In gara 2, si supera e riceve l’applauso e il grazie di seimila spettatori al PalaOlimpia dove stende la Clear (104-96), che va valere nervi saldi e maggiore esperienza in gara 3 a Cucciago (88-79).

1991/1992. Il primo anno di A1 e l'Europa ... >>

Con la vittoria in Coppa Italia, la Scaligera si è guadagnato un posto in Coppa Europa. In società, però, c’è aria di ridimensionamento. Fertonani è uscito di scena. Per far quadrare i conti, Morandotti va a Bologna (l’affare, poi, si rivelerà nocivo per le casse della Scaligera, per lo stop che il giocatore dovrà subire per cause mediche) con Dalla Vecchia. La Scaligera dà molta importanza alla competizione europea e si assicura un veterano di mille battaglie come Vittorio Gallinari per dare una mano a Kempton e Schoene sotto canestro e sostituisce Morandotti con Minto. Arrivano i giovani Bonora e Laezza, che si affiancano a Frosini e Matteo Nobile. Pensando all’Europa, Fadini sceglie Mario Blasone che non ha mai allenato una squadra di club (a parte un breve periodo a Udine), ma è l’allenatore italiano più vincente al mondo: ha portato le squadre giovanili azzurre a conquistare nove medaglie in nove anni a livello internazionale (e da quando Blasone lascia il settore giovanile azzurro, non vi saranno altre vittorie). É, insomma, uomo di grande esperienza internazionale. La stagione comincia con un’amichevole al PalaOlimpia, ospiti le stelle della Nba, Barkley, Robinson, Pippen e con due partite di Coppa Italia vinte contro Arese. L’esordio in campionato è proprio contro l’ex Bucci, alla guida dell’ambiziosa Scavolini Pesaro, che vince 82-86. La Glaxo conquista la prima vittoria in A1 a Siena, contro la Ticino di Dado Lombardi (70-73), alla vigilia della prima trasferta europea, nella lontana Bursa, cittadina nell’entroterra turco, vinta 101-77. Al rientro, perde in casa contro la Knorr Bologna (106-114) all’overtime. La Glaxo elimina poi il Bursa al PalaOlimpia, ma perde nettamente a Trieste (93-70). Qualcosa non va nello spogliatoio: Minto non si è ben integrato, Brusamarello teme di perdere minuti a vantaggio di Bonora, non c’è grande fiducia in Blasone. I gialloblù, comunque, battono la Pavia di Oscar con un canestro di Moretti che, all’ultimo secondo, cattura la palla mandata da Gallinari sul tabellone e la infila (98-96). La Glaxo si prende una bella soddisfazione vincendo, sotto i riflettori Rai, a Cantù (82-88), con Kempton, Brusamarello e Schoene in evidenza. La squadra si consola dell’eliminazione dalla Coppa Italia (contro la Knorr) battendo la Filanto Forlì di Bob McAdoo con un Moretti in formato nazionale e gran contropiedista (88-76). Spara a salve, invece, a Caserta (97-86), poi elimina dalla Coppa Europa il Sodertalje, e perde in casa con Livorno (74-80). Il doppio sforzo si fa sentire, ma ci sono anche questioni di rapporti interni, tanto che Blasone vorrebbe dimettersi. La società conferma il tecnico, ma nella pur vittoriosa partita del PalaOlimpia contro la Robe de Kappa Torino (104-91), Brusamarello e Savio lo mandano visibilmente a quel paese, ma in seguito si scuseranno. La Glaxo ha due facce. In Europa, dà il meglio e batte il forte Limoges; in campionato, ne prende 25 a Varese (120-95) subendo lo show di Reggie Theus. Si riscatta subito a Salonicco dove batte il Paok, che da cinque anni non perdeva in casa. E’ una delle vittorie più belle di sempre. Sulla scia, Schoene trascina la squadra al successo di Trapani (71-72) infilando la palla decisiva a 5″ dalla sirena. Arriva, in contrasto, la prima sconfitta in Europa, in casa dell’Alba Berlino, ultima nel girone. Il miliardario Messaggero di Mahorn passa al PalaOlimpia dove i tifosi fischiano Blasone (82-92). L’altalena prosegue e tocca i picchi dei successi sul Maccabi Rishon in Coppa Europa e sulla Benetton di Toni Kucoc (campione d’Italia a fine stagione) al Palaverde: 85-97 con un Moretti scatenato ed una difesa, finalmente, impenetrabile. E’ solo un lampo: Dawkins illumina Milano al PalaOlimpia (92-96) ed è batosta a Pesaro (105-83). La Glaxo vince a Ostenda, batte con le triple di Schoene e Brusamarello la Ticino Siena (86-78), fa un gran colpo a Limoges, cede anche per stanchezza al supplementare alla Knorr a Bologna (96-91) e, soprattutto, lascia al Paok il primato nel girone di Coppa perdendo al PalaOlimpia. Si consola domando la Stefanel Trieste (81-69). I guai maggiori sono in società: Morandotti (Knorr) sviene in campo a Treviso. Cazzola, presidente Virtus, svela i retroscena contrattuali: Ricky ha il cuore a rischio e la Virtus invalida il contratto. Nelle casse gialloblù si apre una voragine. L’andamento della stagione è sempre quello: vittoria con l’Alba Berlino, sconfitta a Pavia (81-76) nonostante un sontuoso Gallinari (uno dei più grandi difensori di sempre) su Oscar, successo a Rishon, capitombolo in casa con Cantù (90-101). I due successi con Ostenda ed a Forlì (90-105) danno animo. La Glaxo è all’appuntamento più importante della sua stagione: la semifinale di Coppa Europa con il Real Madrid. E’ sconfitta al PalaOlimpia 79-71. E si sgonfia. In campionato, perde con Caserta (74-77). Minto si inimica i tifosi: «E’ come giocare in sala operatoria». La Glaxo, con Bonora titolare per infortunio di Brusamarello, si gioca la finale di Coppa a Madrid, ma Kempton sbaglia i tiri liberi della possibile “bella”. La Glaxo esce dall’Europa ed entra nel tunnel: vince una sola nelle ultime sette partite. La successione: 75-74 a Livorno, 95-88 a Torino, vittoria 107-100 con Varese, 77-85 con Trapani (ed il pubblico grida “buffoni” ai gialloblù), 105-97 a Roma, 96-112 con Treviso, 99-85 a Milano. Dopo la partita con Trapani, Blasone ritiene esaurito il suo compito e si dimette, in accordo con la società che dà la squadra al vice Trevisan, per poi affidarla, dopo la gara con la Benetton, all’esperto Dido Guerrieri. La Glaxo è costretta a giocare i play out, così come Trapani. L’avvio è incoraggiante: 96-87 al Depi Napoli. Ma la squadra va in frantumi a Fabriano (92-81): è la sconfitta che risulterà determinante per la retrocessione. gialloblù si riscattano con Trapani (86-68), ma si smarriscono (senza Kempton) in casa con Pistoia (87-100) e vedono la… A2 dopo la sconfitta di Sassari (106-88). Dido Guerrieri commenta: «E’ una squadra da rifondare». A Napoli, dà l’anima, ma non chiude la rimonta (78-75), compromettendo le speranze di salvezza. Rimane aggrappata alla A1 con l’86-74 contro Fabriano e l’84-86 di Trapani (dove Schoene, cacciato per 5 falli, cerca di aggredire uno spettatore e viene espulso). Fa un mezzo miracolo a Pistoia (85-88), ma i conti dicono che la salvezza è legata ad un filo: se Pistoia, impegnata fuori casa, perde l’ultima, la Glaxo deve battere di 27 punti Sassari. Al PalaOlimpia, lascia la squadra sarda a 30 punti (117-87), ma i risultati dagli altri campi promuovono Fabriano e Pistoia.

1992/1993. Arriva Henry Williams. E la promozione in A1 ... >>

La Scaligera ha concluso un ciclo. Ha sempre Glaxo vicino, ma non il sostegno economico di prima. C’è anche da fare i conti con i fischi del PalaOlimpia che hanno accompagnato il finale della breve esperienza in A1. Viene allestita una squadra operaia. Dell’anno prima, rimane solo Savio. Si dà fiducia a Bonora e Frosini, si richiama Dalla Vecchia da Bologna, si prendono Caneva e Rizzo. Cambia l’allenatore. Guerrieri insisteva per la conferma, ma la scelta cade su Franco Marcelletti. Due anni prima ha conquistato uno storico scudetto con Caserta, ma ora è senza squadra. É l’ideale per una squadra giovane e combattente. Su consiglio di Tanjevic, viene preso Sly Gray e poi si va negli States a prendere Corey Crowder, play guardia veloce, con buon tiro. L’idea è partire con lui in regìa e Savio guardia, ma si sa che Bonora finirà col guadagnarsi spazio e minuti. Savio e Frosini brillano nel vittorioso esordio sull’Hyundai Desio (85-74). E’ naufragio, però, a Ferrara (67-60) contro una squadra considerata più debole. Per una volta, manca l’umiltà. Il credo di Marcelletti (difesa, difesa, difesa) entra allenamento dopo allenamento nella mentalità della squadra. Il canestro al volo di Gray su passaggio di Bonora a fil di sirena che fissa il 78-77 sulla Mangiaebevi Bologna (una delle favorite) è una delle più belle immagini della storia gialloblù. La Sidis Reggio Emilia di Mike Mitchell, altra favorita, si rivela troppo forte (77-70). Frosini e Crowder fanno la differenza contro Sassari (88-73), ma in trasferta è ancora ko (75-59) a Varese. Il lavoro, però, alla lunga paga. Ed ecco cinque vittorie di fila: 82-77 su Siena (Bonora fa faville), 100-92 su Arese, 68-72 a Firenze (con tanto di primo posto in classifica, nonostante un Frosini svagato dopo la sua prima convocazione in azzurro), 71-78 a Modena (Crowder e Gray fanno i fenomeni), 79-71 sulla Yoga Napoli dell’ex Schoene. La striscia si interrompe a Trapani (76-75 all’overtime) e la Glaxo perde l’occasione di rimanere sola in testa. I gialloblù riprendono la marcia mettendo il bavaglio allo spauracchio Dawkins (95-83 contro Forlì), poi sprecano una valanga di tiri liberi a Pavia dove cedono 80-76, ma riconquistano il primo posto battendo Marsala 98-75 nell’ultima partita del girone di andata. Marcelletti minimizza: «Il titolo di campioni d’inverno conta molto poco». Il contropiede dell’Hyundai Desio è micidiale alla prima di ritorno (76-72), ma il PalaOlimpia rimane inviolato nella serata con Ferrara (82-78) dove brillano Gray e Crowder.La Glaxo, senza Dalla Vecchia e con Savio malconcio, paga l’inesperienza a Bologna contro la Mangiaebevi (84-82), dopo l’errore finale di Caneva e, per la prima volta, cede al PalaOlimpia alla Sidis Reggio Emilia (86-98). Il ritorno alla vittoria a Sassari (76-82) è un punto di svolta non solo del campionato, ma di anni di storia della Scaligera. Crowder, infatti, si fa male e nella notte viene contattato Henry Williams. Il folletto nero, soprannominato “Fly high”, fa volare la squadra, facendo la differenza al PalaOlimpia contro Varese (72-67), entrando, dopo una breve apparizione nel primo, nel secondo tempo e violando subito il canestro da fuori. Henry chiude con 21 punti in 25 minuti, con 6/9 da due e 3/5 da tre. Un vate come Bianchini ammette che se lo sognava di notte prima della partita di Siena dove Williams (25 punti) ubriaca Darren Daye e spinge la Glaxo al successo sulla Ticino (88-95). Henry è ancora super a Milano contro la Teorema (87-96) con 29 punti e la Glaxo vede la A1 quando, dopo il successo sulla Panna Firenze (71-59) si ritrova in vetta. Va in fuga con Reggio Emilia, battendo Modena (87-76) e comincia a credere fortemente nella promozione dopo la vittoria per 114-115 a Napoli, al terzo tempo supplementare, dove decide Roby Dalla Vecchia con un canestro, a giudizio di Marcelletti, «quello che più di tutti ha inciso sul nostro futuro». Crowder, intanto, ha ripreso ad allenarsi. Dà vita a spettacolari duelli con Williams in allenamento. Henry è a gettone, ma la scelta della società è scontata: è lui a rimanere in gialloblù L’ottava vittoria consecutiva arriva contro Trapani (89-79). La striscia vincente si interrompe a Forlì (64-60), ma festeggia il salto in A1 il 25 marzo 1993, alla sera: batte 88-84 la Fernet Branca Pavia di Oscar e rimane in attesa dei risultati dagli altri campi. Quando si sa della sconfitta di Desio a Siena (e della vittoria di Reggio Emilia), esplode la gioia. Il PalaOlimpia impazza e si rovescia sul parquet per l’abbraccio ai giocatori. Giuseppe Vicenzi sintetizza: «È la più bella soddisfazione da quando sono nel basket». La Glaxo conclude la “regular season” vincendo 91-119 a Marsala dove conosce l’avversaria dei play off: come due anni prima, è la Cantù. La differenza tecnica è notevole. La Clear elimina i gialloblù vincendo gara 1 degli ottavi per 89-84 e facendo il bis al PalaOlimpia per 71-76. Ma l’applauso per la Glaxo operaia di Franco Marcelletti è il più caloroso possibile.

1993/1994. Fino alla Semifinale-Scudetto ... >>

La Scaligera cambia poco. I giovani Bonora e Frosini sono certezze e non si hanno dubbi sul fatto che Williams saprà ripetersi anche nella massima serie. A dare chili e centimetri sotto canestro arriva, da Pesaro, Sandro Boni, mentre Fabio Torri è il cambio nel ruolo di guardia. Il roster è completato dai giovani Cossa, Dalfini e da un diciottenne di cui si dice un gran bene: Giacomo Galanda. La Glaxo comincia la stagione col botto: elimina Siena, Milano (pareggio in casa e vittoria in trasferta) e Scavolini Pesaro in Coppa Italia e si qualifica per la final four. E’ positivo anche l’esordio in campionato: 85-75 alla Viola Reggio Calabria. A Cantù, c’è la beffa del canestro del sorpasso di Montecchi all’ultimo secondo (81-80). Segue la sconfitta di Bologna con la Kinder (81-71). Ma ecco Henry Williams assurgere a protagonista: 35 punti (8/14 da due, 3/4 da tre, 10/10 ai liberi) nel 76-89 di Pesaro contro la Scavolini e 39 (7/11, 6/11, 7/8) nel 98-75 contro Caserta. Il cuore non basta contro Trieste che passa al PalaOlimpia 81-85, ma c’è grande sostanza di squadra a Bologna contro la Filodoro Fortitudo, battuta 73-80 con Williams (marcatore principe della A1) che chiude i conti con una tripla, che respinge la rimonta bolognese e con Sly Gray che fa la differenza nel secondo tempo assieme ad una difesa che lo stesso Scariolo, coach Fortitudo, definisce «insuperabile». La Glaxo evita le trappole della Reyer Venezia di De Sisti e, pur senza brillare, vince 81-69 ed è meravigliosa sul campo della Benetton dove, ancora con la difesa sugli scudi, vince 64-76. La serie prosegue contro la Bialetti Montecatini (84-66), con un consistente contributo della panchina, e, in trasferta, a Milano dove la Recoaro di Antonello Riva cede 89-97. La Glaxo si colloca, così, al terzo posto in classifica, risultato straordinario per una neopromossa. La Glaxo si merita l’appellativo di “orologio con anima”. All’intensa difesa, abbina un gioco offensivo che prevede circolazione di palla, controllo del ritmo sino agli ultimi secondi a disposizione, quando innesca l’uomo nella migliore condizione per tirare, il tutto alternato con forti, improvvise, accelerazioni. La sesta vittoria consecutiva, con Gray superlativo, è a spese della Burghy Roma (90-73) e la settima, prima di Natale, nel “neutro” di Siena contro la Kleenex Pistoia (66-69). La Glaxo sale al secondo posto in classifica dopo il successo di Livorno contro la Baker di Lombardi, Pozzecco e Richardson (67-84). Ed è prima, alla pari con Stefanel Trieste e Buckler Bologna, quando liquida Reggio Emilia per 80-59 nell’ultima partita di andata. Mantiene il comando, vincendo a Reggio Calabria (69-74) e superando la Clear Cantù al PalaOlimpia per 97-86. Con 11 successi consecutivi, la Glaxo di Marcelletti uguaglia, così, quella di Bucci, ma questa volta in A1. L’orologio gialloblù si ferma nella partita interna contro Pesaro: decide (83-86) Carlton Myers. La Scavolini difende bene, seleziona i tiri, toglie il contropiede alla Glaxo. I gialloblù hanno un sussulto d’orgoglio a Caserta dove Marcelletti (applauditissimo al ritorno nella città dove ha conquistato lo scudetto) è costretto a dare spazio ai giovani Dalfini, Galanda e Capelli quando Williams, Bonora, Frosini e Boni sono fuori per falli. Ed è proprio Fabio Capelli a infilare il canestro dell’84-86. Poi la Glaxo comincia ad accusare gli sforzi: la Buckler è implacabile al PalaOlimpia (69-77) bloccando Gray e Williams con Morandotti e Coldebella; Henry sbaglia il canestro decisivo a Trieste e, sulla rimessa, Gentile infila la tripla del successo Stefanel (71-68); la Filodoro Bologna vince 96-98 controllando la rimonta gialloblù. La Glaxo riprende la marcia a Mestre contro l’Acqua Lora (65-78) dove Bonora illumina il gioco ed il play è determinante anche nel 95-89 con cui torna a vincere al PalaOlimpia contro la Benetton. Riscatta, così, la sconfitta rimediata con Treviso nella finale di Coppa Italia. Alla final four di Casalecchio, la Glaxo è stata formidabile in semifinale dove, trascinata di uno stratosferico Henry Williams, elimina la favoritissima Buckler degli ex Bucci, Schoene, Savio, Moretti, Morandotti, ma non è riuscita a contrastare la Benetton di Fabrizio Frates. In campionato, la Glaxo vince anche a Montecatini (64-78) e torna al secondo posto in classifica. Regala una spettacolare rimonta al PalaOlimpia contro la Recoaro Milano di Mike D’Antoni, con una serie di triple firmate da Bonora e Williams sino all’83-76 finale. Roma, però, si conferma campo tabù e Marcelletti parla di presunzione per spiegare la netta sconfitta ad opera della Burghy (192-86). Che la spia segni riserva lo si capisce anche al PalaOlimpia contro la Kleenex Pistoia che vince 105-107 dopo due tempi supplementari. La squadra scivola al quarto posto in classifica, ma recupera due posizioni dopo il successo (104-83) sulla Baker Livorno. Torna quarta, però, perdendo a Reggio Emilia (99-93), superata dalla Scavolini e, a parità di punti per il doppio confronto diretto, anche dalla Stefanel Trieste. La Glaxo, comunque, evita gli ottavi di finale dei play off e riprende dai quarti. L’avversaria è la Recoaro Milano. Al PalaOlimpia, decide un canestro di Bonora a fil di sirena (80-78) e, in quella che sarà l’ultima partita di Dino Meneghin, è Sly Gray a sancire l’eliminazione della Recoaro con una bomba all’ultimo istante che evita le insidie dell’overtime (86-89). La Glaxo, in gara2, è brava a risalire dal baratro di “-19”. La semifinale è con la Buckler Bologna, campione d’Italia. Il confronto è “impossibile”. La Glaxo ha già stupito tutti eliminandola alla final four di Coppa Italia, ma al meglio delle tre partite c’è poco da fare. In gara 1 a Bologna, i gialloblù vanno al riposo due punti avanti, ma Brunamonti guida la Buckler al successo nel secondo tempo, mentre Marcelletti, per una volta, ha poco da Williams e Bonora (79-72). Il massimo che si può chiedere ai gialloblù è allungare l’avventura ed al PalaOlimpia la risposta è da grande squadra: 72-69, con dieci minuti da antologia e vantaggio massimo di 17 punti e Williams decisivo quando la Buckler torna sotto. Tutta l’esperienza e la classe della squadra campione d’Italia viene fuori in gara 3, dove Brunamonti, la “cattiva” difesa e la determinazione della squadra di Bucci fanno la differenza. La Glaxo, praticamente, non è mai in partita e non va oltre i 55 punti contro i 77 della squadra che, poi, vincerà ancora lo scudetto. Ma anche la Glaxo può dire di aver conquistato, con il quarto posto, il suo scudetto.

Davide Bonora 1992/1993

Savio alza la coppa Italia

Belgrado – coppa Korac 1997/98

1994/1995. La prima in Korac ... >>

La Scaligera non può che confermare tutta la squadra. Il bilancio, però, esige la cessione di Alessandro Frosini. Alle spalle, c’è un Galanda in crescita. L’opaco Torri viene sostituito con Fabio Spagnoli. Non si parla più di salvezza, ma di divertire e divertirsi. La vera novità è che lo sponsor non è più la Glaxo (sempre presente come socio), ma Birex. In Coppa Italia, la squadra batte Udine e Forlì, ma è eliminata dalla Stefanel Milano (nucleo composto dall’ex Stefanel Trieste), nonostante il miglior Williams della storia (48 punti con 9/11 da due, 6/13 da tre, 12/13 ai liberi) in gara2 al PalaOlimpia, ma regala subito una sorpresa alla prima di campionato, andando a vincere a Bologna contro l’ambiziosa Fortitudo di Esposito, Djordjevic e dell’ex Frosini (86-88): il canestro decisivo è di Galanda mentre è Gray determinante nel successo sulla Reggiana di Mike Mitchell (97-84). La maledizione del PalaEur si rinnova (82-80) contro la Teorematour: i gialloblù fanno il “mea culpa” per essersi svegliati tardi, ma possono lamentare per un errore dei cronometristi che sono frettolosi nel chiudere i quattro secondi a disposizione della Glaxo per il possibile tiro della vittoria, così è vana la bomba di Williams un centesimo di secondo dopo il fischio finale. La Birex mette difesa e cuore contro la Benetton e, pur con basse percentuali al tiro, ne ha ragione (60-57), grazie anche a Williams che, fermo a soli due punti nel primo tempo, si scatena sul “-7”. La squadra dà lezione di difesa nel confronto con Pistoia (100-84) dove Henry scarica 39 punti (6/10, 4/9, 15/16) e va a vincere a Varese (70-76) con Williams killer, Gray collante, Nobile mani calde. Ha una precisa identità e una certa maturità. Fa sognare quando, con le prodezze di Gray e lo show finale di Williams (33 punti con 5/7, 4/8, 11/13) liquida la Stefanel Milano (78-76). E’ la quarta partita in otto giorni, criticata novità del calendario, mai proposta prima, mai ripetita dopo. Henry osserva che, «continuando così, la Birex è squadra da scudetto» e Tanjevic loda il carattere dei gialloblù. Ma l’insidia è dietro l’angolo. La serie incredibile di disavventure comincia a Reggio Calabria dove la Birex vince 84-92, ma perde un perno come è Sandro Boni, fuori per rottura del tendine d’Achille. E’ prima in classifica da sola. La continuità di rendimento dalla passata stagione legittimerebbe le più belle speranze. La Birex assorbe l’infortunio battendo, a quattro secondi dalla sirena, la Panapesca Montecatini (82-81) con un canestro di Williams, ma subisce un’altra, pesantissima, tegola a Siena dove la sconfitta (90-73) è niente rispetto al grave infortunio di Gray, che esce, così, dal campionato, per una banale scivolata su una macchia di sudore. Viene sostituito da Bill Edwards, chiamato simpaticamente Dollar Bill. Ma non è finita: è Williams a farsi male nella facile gara con l’Illy Trieste (93-55). Henry non c’è nella splendida serata di Bologna dove, titola “L’Arena”, “Davide abbatte il gigante”. A 23″ dalla conclusione, una magìa di Bonora offre una palla invitante a Galanda che infila. È la partita in cui Alfiero Perbellini imbuca una tripla, rispondendo così a Paolo Moretti, che lo conosceva bene per i trascorsi in gialloblù, che lo sfidava a tirare da fuori. Così la Birex batte la Buckler 79-80. Ma, ancora una volta, non può sorridere: Matteo Nobile, in odore di convocazione in Nazionale, esce dal campionato. Nell’ultima azione del primo tempo, su intervento di Morandotti, cade a terra e ci rimane: il ginocchio destro, già operato quattro anni prima, gli esce e gli rientra. La rottura del legamento crociato del ginocchio destro costringerà Nobile ad un lungo stop. Non va dimenticato che la Birex è impegnata anche in Coppa Korac: elimina la polacca Mazowszanka Pruszkow e il Croatia Line Rijeka, qualificandosi nel girone dove, dopo il successo sull’Estudiantes Madrid, perde a Berlino, in casa con Pau Orthez ed a Madrid, si prende la rivincita con Berlino e chiude con una sconfitta a Pau. In campionato Williams rientra contro la Scavolini, al PalaOlimpia, ma non può… correre: finché tiene botta, la Birex è in partita, poi Henry si blocca e la musica cambia. Garrett, miglior rimbalzista del campionato, arpiona 21 palloni e Pesaro passa: 69-74. Alla prima di ritorno, la Birex lotta alla pari con la Filodoro Bologna al palaOlimpia, poi Galanda e Dalla Vecchia mancano i canestri dell’aggancio all’ultimo giro di lancette (76-81). La corsa dei gialloblù riprende con la vittoria di Reggio Emilia (92-94), maturata all’overtime. Mitchell è inarrestabile (49 punti con 13/18, 4/7, 11/15), ma Williams non è da meno: 35 punti con 7/12, 4/7, 9/9. I gialloblù pareggiano a 18″ dal 40° e fanno il colpo nel tempo supplementare. La Birex continua a stupire: riscatta la sconfitta dell’andata col 94-80 sulla Teorematour Roma, con una serata stellare di Williams (39 punti con 5/7, 8/10, 5/8) e Edwards (27 punti con 5/9, 4/6, 5/5) che vale, ancora, il primato in classifica alla pari con la Filodoro. Non può durare: a Treviso, la Benetton vince 109-86 e a Pistoia non basta un superlativo Williams (87-82). Il sorriso ritorna contro la Cagiva Varese, battuta 84-83 con Edwards determinante nel primo tempo e Williams nel secondo. La Birex, però, incappa in una serataccia a Milano (94-63 per la Stefanel di Bodiroga), dove il solo Edwards fa la sua parte (e nello spogliatoio c’è una pesante reazione di Williams nei confronti di Marcelletti). La reazione è immediata: Williams si scusa e torna bomber con 39 punti (3/4, 8/11, 9/12) e la Viola Reggio Calabria se ne torna a casa sconfitta (98-90). In settimana, però, ecco il colpo più duro dell’avversa sorte: Bonora si fa male in allenamento e la sua stagione si conclude così, con una lesione ai legamenti. In società si è sempre detto: finché ci sarà Davide, saremo sempre competitivi. Il sostituto è Laezza. La squadra, inevitabilmente, cambia volto. E’ bravissima a Montecatini dove sale a “+20” e resiste al ritorno della Panapesca (85-89), ma a Trieste cede 81-80 con Williams che fallisce il tiro da tre della possibile vittoria. Ma non può esserci partita contro la Buckler (77-90), al PalaOlimpia, dove Bonora, Boni e Nobile seguono mestamente la partita da bordo campo. I gialloblù non reggono il confronto a Pesaro (73-62), ma tornano al successo con Siena (85-78), collocandosi, a conclusione della “regular season, al 7° posto che vale l’accesso ai play off. Ma va difeso nella fase ad orologio. L’esordio è a Milano dove Nando Gentile è un’iradiddio in Stefanel-Birex 98-74, l’orgoglio dei gialloblù esce fuori tutto contro Reggio Calabria (83-78), ma a Siena la Birex paga sotto canestro e la scarsa percentuale al tiro (37%): 65-70. E nulla può a Treviso (85-70) contro la Benetton di Orlando Woolridge. La conferma del 7° posto arriva col successo sulla Teorematour Roma, battuta 85-74 con il record di Williams in campionato: 40 punti (5/9, 9/13, 3/3). E’ ininfluente, così, la sconfitta (90-77) a Varese dove Williams realizza solo 4 punti, record negativo dopo quello positivo della partita precedente. Ai play off, tocca l’ostica Madigan Pistoia. Williams la tiene lontana al PalaOlimpia con cinque bombe (su 7). La difesa e Edwards completano l’opera (82-77). La Birex perde di quattro a Pistoia (68-64), dopo aver sciupato un vantaggio di 7 punti. E’ l’ex Minto (23 punti) il giustiziere. Alla “bella”, la Birex fa la differenza con la difesa e gestisce bene il vantaggio (80-76). La sensazione è che la Birex abbia raggiunto il massimo risultato possibile. Il quarto di finale con la Filodoro Bologna non dà speranze. La Birex, comunque, vende cara la pelle. In gara1, a Bologna, fa soffrire la “corazzata” per 34 punti con Dalla Vecchia che incarna al meglio la mentalità della squadra con la sua più grande partita di sempre (32 punti con 9/9 da due, 4/5 da tre, 2/2 in lunetta). Poi si scatena Esposito a ispirare l’88-82 finale. La Filodoro chiude i conti al PalaOlimpia (79-85). La Birex dà tutto nel primo tempo, poi dà via libera. La stagione si conclude, così, con un 7° posto che, al momento, lascia aperte le speranze di rimanere, ancora una volta, in Europa. Ma non sarà così.

1995/1996. Ecco Iuzzolino e la finale di Coppa Italia ... >>

La Scaligera cede, per ragioni di bilancio, Bonora alla Benetton Treviso, dove approda anche Henry Williams. Vengono sostituiti con David Londero e Ryan Lorthridge, dopo aver inseguito, per un mese il sogno Vernon Maxwell, reduce della conquista dell’anello Nba con gli Houston Rockets, giudicato alla fine inaffidabile. Cambio lo sponsor: è la Mash dei fratelli Giuliano e Federico Ambrosini. La squadra elimina Venezia e Pistoia in Coppa Italia, dove fa il colpo superando la Benetton di Williams (non ancora di Bonora, in recupero dall’infortunio): vince di 5 in casa e uno a Treviso, qualificandosi per la final four. Comincia bene anche in campionato, battendo 78-75 la Teamsystem Bologna con Londero in gran serata (28 punti e buona difesa su Djoedjevic), ma ammaina bandiera a Pesaro (84-76) dove Daniels è decisivo nel finale. E l’allarme scatta quando Varese passa al PalaOlimpia (76-92) e il Palaeur si conferma tabù (73-66 per la Nuova Tirrena). Il campionato si ferma. Marcelletti è insoddisfatto di Lorthridge. L’indomani di una amichevole, Ryan va a sbattere con l’auto, alle due di notte, contro un pilone lungo la strada che scende da Negrar: l’air bag gli salva la vita, ma il giocatore riporta una frattura alla testa ed una serie di ammaccature. Viene chiamato Mike Iuzzolino che, l’anno prima, aveva rifiutato Pesaro. L’esordio è con Reggio Calabria al PalaOlimpia: solo 6 punti in 38 minuti e sconfitta gialloblù 59-63. Il paisà comincia a far vedere di che pasta è fatto con i 28 punti di Milano dove la Mash batte l’Ambrosiana 69-76. Ma sono tempi duri: la Mash esce tra i fischi, superata nettamente da Siena (67-80) e poco può fare a Milano contro la Stefanel (86-73). Si rincuora contro l’Illy Trieste (100-67) dove sei giocatori vanno in doppia cifra e si conferma rifilando 102 punti (contro 90) alla Benetton: Williams segna 29 punti e Bonora 18, ma Nobile risponde con 25, Londero con 20, Iuzzolino con 19 e Gray con 17. Pistoia si conferma campo ostico (84-79 per la Madigan), dove la Mash è senza Gray. Contro la Buckler campione d’Italia, al PalaOlimpia, Mike Iuzzolino esprime tutte le sue qualità e trascina la squadra ad un successo strepitoso (80-78). A Forlì, però, sono fatali gli ultimi 10″ (83-78), quando Londero fallisce i due liberi della vittoria e costringe la Mash all’overtime. Carlton Myers è inarrestabile alla prima di ritorno a Bologna (105-84 per la Teamsystem) dove realizza 44 punti (13/21 da due, 3/3 da tre, 9/11 in lunetta), poi tocca alla Scavolini inchinarsi davanti a Iuzzolino, autore di 35 punti (2/5, 7/12, 10/13) al PalaOlimpia (84-80). E’ la partita dell’esordio di Sebastian Neal, preso in sostituzionedi Sly Gray, costretto a chiudere la stagione per un malanno all’anca che aveva fatto temere per la carriera. La società, inoltre, conferma definitivamente Iuzzolino, lasciando Lorthridge negli Stati Uniti. La Mash passa in pochi secondi dall’euforia alla beffa a Varese (91-90) dopo un canestro di Petruska a sei secondi dalla sirena, seguito da quello di Iuzzolino a tempo appena scaduto. Mike ha una serata di luna storta contro Roma (66-71) al PalaOlimpia e la Mash, dopo la sconfitta di Reggio Calabria (79-70) è terz’ultima in classifica. Scaccia la paura contro la Teorematour Milano (100-85), sotto la spinta di Dalla Vecchia e Laezza e fa un bel colpo a Siena (65-79) con Londero che realizza 19 punti in 21 minuti. Non ha continuità e paga in casa contro la Stefanel Milano (86-94) di Rolando Blackman. Si rianima vincendo a Trieste (90-94) con Iuzzolino strepitoso (35 punti con 4/7, 7/15, 6/7), perde a Treviso (98-74), esulta con un rimbalzo di Dalla Vecchia a fil di sirena contro la Madigan Pistoia (77-75), merita l’onore delle armi nel 94-85 sul campo della Buckler Bologna, chiude la “regular season” brindando contro Forlì (85-84), avversaria diretta per un posto nei play off. È l’ora della final four di Coppa Italia ed a Milano, la disastrata Mash fa il colpo che vale il ritorno in Europa, battendo nella semifinale la Scavolini Pesaro per 92-71. Iuzzolino regala basket spettacolo (31 punti con 11/15, 3/4), mentre Galanda e Nobile ricevono i complimenti del c.t. azzurro Ettore Messina. Il miracolo non è proponibile e la Coppa Italia va alla Stefanel Milano che vince 90-72. Ancora una volta è Rolando Blackman a dare la svolta alla partita a danno dei gialloblù. Ed ecco la fase ad orologio. Iuzzolino firma 30 punti nel 113-74 alla Teorematour Milano, ma poi la Mash non si ripete contro Forlì che vince 77-74. Quando batte Siena 99-68, sa che dovràò conquistare quattro punti sui sei a disposizione per accedere ai play off. Torna “ammazzagrandi” battendo a Milano la Stefanel (69-74) e va vicino al bis contro la Buckler al PalaOlimpia dove i tricolori vincono 108-109 dopo un tempo supplementare, chiuso con soli quattro uomini in campo (Orsini, De Piccoli, Binelli e un Moretti determinante). A quel punto, le speranze di accedere ai play off sono ridotte al lumicino, ma con un nuovo colpo la Mash le concretizza vincendo a Pesaro 87-95. Ed è a Pesaro che i gialloblù devono tornare, due giorni dopo, per la gara di andata degli ottavi di finale. Ed è tutta un’altra partita con la Scavolini che, spinta da Antonello Riva (31 punti con 5/8, 7/9, 0/3), dispone agevolmente della Mash. Che, al contrario, è davvero bella al PalaOlimpia (84-73) con Iuzzolino in gran spolvero (36 punti con 5/11, 5/8, 11/12). La “bella”, a Pesaro, lascia non pochi rimpianti. A 37″ dalla sirena, la Scavolini ha sei punti di vantaggio. La partita sembra segnata. Invece, Londero si conquista due liberi, li trasforma e, sulla rimessa di Pesaro, ruba palla e infila da sotto. Sulla nuova rimessa Scavolini, è Laezza a conquistare palla, subire fallo, pareggiare con i due titi liberi, il tutto in 12″. Pesaro ha 25″ per vincere, ma manda la palla a lato ed è Verona ad avere l’occasione dell’ultimo tiro quando mancano 17″. La palla va a Iuzzolino che, invece di andare in cerca del fallo, forza la conclusione, sbagliando. E nel supplementare, la Scavolini vince (82-76).

1996/1997. Trionfi centrati e sfiorati ... >>

Franco Marcelletti, dato a lungo sulla panchina di Pesaro, opta per Milano. Andrea Fadini è ambito dalla Virtus Bologna: il suo patron, Cazzola, dà per certo il suo arrivo. Giuseppe Vicenzi, però, era stato chiaro: non posso privarmi in un colpo solo di Fadini e Marcelletti. Rimane Fadini che sceglie Phill Melillo come erede di Franco. «E’ l’allenatore che più ci ha messo in difficoltà», spiega. Sceglie Randolph Keys come secondo straniero, chiama Bullara da Reggio Calabria, inaugura con Joachim Jerichow l’era dei comunitari. Nel frattempo, però, si lavora ad un’operazione che ha dell’incredibile: portare Magic Johnson in gialloblù per la finale di Supercoppa e le prime due di Coppa Italia (presumibilmente contro squadroni come Teamsystem Bologna e Scavolini Pesaro). Si riesce a definire ogni dettaglio. Sarebbe stata la prima e unica volta per Magic con una maglia diversa da quella dei Lakers. L’operazione ha un costo di circa un miliardo e mezzo per 15 giorni. Melillo non è d’accordo, ma la scelta è fatta. Non si realizza per l’opposizione di Angelo Rovati, presidente della Lega. L’arrivo di Magic, alla prova dei fatti, sarebbe stato “sprecato” perché, invece degli squadroni citati, in Coppa Italia, la Mash si trova davanti (dopo aver eliminato Sassari) Pozzuoli e Reggio Emilia, contro la quale ottiene la qualificazione alla final four dove troverà le squadre allenate dagli ex Lombardi, Bucci e Marcelletti. La Mash vive una serata magica al Forum di Assago dove conquista la Supercoppa rimontando la Stefanel di Marcelletti, con Jack Galanda mvp della partita. La prima di campionato, però, è una “doccia fredda”. Avanti di 8 punti a 15″ dalla sirena, la Mash si fa raggiungere dalla Benetton (bomba di Niccolai all’ultimo secondo) e perde 89-91 nel supplementare. Il riscatto è immediato sul campo della Montana Forlì di Manute Bol (58-75), che precede il volo su Tbilisi per gli impegni di Coppa Europa. La Mash batte Fontanafredda Siena (68-57) con 12/12 di Iuzzolino dalla lunetta negli ultimi sei minuti e, con una serrata difesa, supera 82-77 la Teamsystem Bologna. A Pesaro, concede alla Scavolini la prima vittoria in campionato (77-69), pena oltre il dovuto al palaOlimpia contro Trieste (94-93), è brillante a Varese (69-75). Ma sulla squadra incombe la partenza di Iuzzolino. Mike ha un malanno ad un piede e corre negli States dal suo medico di fiducia. Si prevede salti un mese o poco più di campionato. Fadini va negli Stati Uniti da dove manda più di un giocatore in prova, ma Melillo sceglie Corey Gaines, ex Scavolini. Ha buone mani, ma caratteristiche ben diverse da Iuzzolini. Al palaEur, c’è una Mash sottotono (94-88) e al PalaOlimpia non regge i colpi di Komazec (36 punti con 8/8 da due, 4/6 da tre, 8/10 ai tiri liberi) che porta la Kinder al successo (88-90) dopo un tempo supplementare. La Mash non è più quella di prima. A Pistoia, invece di fermare Taylor con un fallo, lo lascia andare sino a canestro ed è 75-73. Dà segnali di risveglio nella vittoriosa gara con Reggio Calabria (82-71) dove è Londero a fare il cecchino, ma prende una brutta botta a Cantù (72-67) sotto i colpi di Ebeling ed è senza scampo, al PalaOlimpia, contro la Stefanel di Marcelletti (80-96), partita nella quale risulta evidente la differenza di atteggiamento, grinta, carattere delle due squadre. La Mash, anche senza Iuzzolino, continua a fare bene in Coppa Europa, ma, al di là dell’assenza pesante di Mike, la società non trova giustificazione alle brutte prove in campionato. La scelta di Melillo, ad esempio, di dividere equamente il minutaggio tra i giovani Galanda e Nobile ed i “vecchi” Dalla Vecchia e Boni, non giova alla squadra. E non basta la vittoria in Supercoppa, conquistata, si rileva in società, sull’onda lunga della preparazione di Marcelletti. Così, per la prima volta nella storia, la Scaligera cambia allenatore in corsa. Il nuovo allenatore è Andrea Mazzon, vice di Phill e, prima, di Marcelletti. C’è bisogno, però, anche di ridare animo a tifosi delusi. Per la prima volta, ci sono stati fischi insistenti al PalaOlimpia. Così la Scaligera punta in alto e porta in gialloblù Spud Webb, “stella” dell’Nba, nonostante la bassa statura. L’americano è proprio stellare sul campo della Benetton, ma solo nel primo tempo (22 punti), poi denuncia limiti di condizione (91-72). Si fa male all’esordio al PalaOlimpia nella facile partita contro Forlì (80-57) ed è inguardabile a Siena (90-75). La scelta, insomma, si rivela errata. Sono trascorsi, intanto, due mesi e mezzo dalla partenza di Iuzzolino. Mike ha temuto di non poter più giocare a basket. Si è parlato anche di crisi mistica. Ma ora sembra disposto a tornare. Intanto, si lavora per un’uscita di scena di Webb senza rovinargli l’immagine. Ufficialmente Spud, che è sempre stato distante dai compagni e che non accettava di essere allenato da un tecnico giovane, non è “tagliato” per ragioni tecniche, ma per infortunio. Iuzzolino è accolto al primo allenamento da un lunghissimo applauso dai tifosi. Vorrebbe già giocare a Bologna contro la Teamsystem, ma si preferisce rinviare il rientro. La sua sola presenza al campo è taumaturgica e la Mash, dopo tre mesi, torna ad esprimersi ad alto livello e, con una difesa intensa, concede solo 61 punti e vince (61-67) con Jerichow in evidenza. C’è un attimo di timore quando, invece, Iuzzolino chiede di non seguire la squadra in Coppa a Novi Sad, ma è solo perché preferisce lavorare bene in palestra. Il suo rientro coincide con una delle partite più emozionanti, vinta sulla Scavolini dopo due tempi supplementari (106-95). La striscia vincente si interrompe a Trieste (96-79), ma la marcia riprende subito col successo sulla Cagiva Varese di Pozzecco, Meneghin, Morandotti (76-73), maturato con una tripla di Sandro Boni a 27″ dal termine. E’ di Iuzzolino, invece, il canestro partita contro la Telemarket Rona (80-72) e tutta la squadra è da Oscar nella bella serata di Bologna, dove i gialloblù piegano la Kinder 82-85. La Mash è impeccabile contro Pistoia (96-69) dove tocca a Bullara spaccare la partita, conferma carattere e continuità vincendo a Reggio Calabria (87-89) e vince anche senza Iuzzolino (stop consigliato dai medici per il riacutizzarsi del male al piede) sulla Polti Cantù di Dado Lombardi (77-63). Poi chiude la “stagione regolare” vincendo ad Assago sulla Stefanel (66-77), mancando quel “più 17” che l’avrebbe collocata al terzo posto anziché al quarto. Dopo una serie così, la Mash è indicata, addirittura, come favorita alla final four di Coppa Italia dove, invece, incappa in due sconfitte, prima con la Kinder Bologna (appena passata da Bucci a Brunamonti) per 73-68, poi con la Stefanel Milano per 70-68, con Iuzzolino che manca l’aggancio e il giovane Soave che non riesce a correggere a canestro a fil di sirena. La Mash comincia alla grande i play off. Liquida la Scavolini in due partite: 95-72 al PalaOlimpia con “fuochi d’artificio” di Keys (28 punti con 3/3 da due, 7/8 da tre, 1/1 in lunetta) e Londero (25 con 4/6, 4/5, 5/6) e 94-107 a Pesaro, prima della trasferta in Grecia contro l’Iraklis. Nei quarti di finale è attesa dalla Stefanel che vince gara1 ad Assago (82-75) dove è Matteo Nobile a fare la differenza con 8 punti pesanti nel finale. Al palaOlimpia, la Mash pareggia i conti (93-84) con Iuzzolino a quota 35 (6/8, 5/7, 8/9) e fa il colpo in gara3, a Milano (75-91) con il 52% nel tiro da tre punti (11/21). Gara4 al PalaOlimpia è equilibratissima e tra le più emozionanti della storia gialloblù. La Mash si sblocca nel secondo tempo, ma una tripla di Kalaitzis fissa il 66-74 a 4’30″ dalla conclusione. Iuzzolino e Bullara replicano ed è parità a 36″69 dalla sirena, con palla in mano alla Stefanel. Sambugaro sbaglia la conclusione, Keys recupera, dà a Bullara che, forse, commette infrazioni di passi non rilevata, palla a Iuzzolino e fallo di Fucka a meno 4″46. Mazzon chiama time out e dice a Iuzzolino di segnare il primo libero e sbagliare il secondo per far correre il cronometro. Mike fa il contrario (77-76). Portaluppi ha l’ultima palla, ma la perde sulla pressione (e sul fallo?) di Keys. È festa grande. La Verona dei canestri è alla sua seconda semifinale scudetto, contro la Benetton di Mike D’Antoni, Bonora, Williams, Rusconi, Rebraca. La Mash sconvolge i pronostici in gara1, espugnando il Palaverde con uno Iuzzolino al top (30 punti con 7/13, 2/2, 10/14) ed una difesa spietata (79-83). Ma sembra che gli dei del basket non possano concedere ad una piccola di scalzare le grandi dalla corsa allo scudetto. Nello spogliatoio del Palaverde, Londero ha i brividi della febbre. E’ broncopolmonite. David chiude così la stagione, quando è in grande condizione, fondamentale per la sua capacità di aprire le difese in penetrazione e moltiplicare, così, le varianti offensive della squadra. L’assenza pesa già in gara2 dove la Mash è costretta a inseguire dall’inizio alla fine (70-75). Al palazzetto di Villorba, in gara3, Henry Williams è una mitraglia (30 punti con 7/9 da tre) e la Benetton vince con merito (104-84). La Mash dà tutto al PalaOlimpia in gara4: rimonta dal “-13” al “+10”, ma nel finale punto a punto paga anche qualche fischio arbitrale dubbio e cede 81-83. La Benetton conquisterà lo scudetto (3-2 alla Teamsystem Bologna). Per la Scaligera è uno degli anni più belli con la finale di Coppa Europa (persa a Nicosia contro il Real Madrid), la Supercoppa vinta, la final four di Coppa Italia, la semifinale scudetto. E con Iuzzolino in procinto di diventare italiano sogna nuovi ambiti traguardi.

1997/1998. A Belgrado sul trono d'Europa ... >>

La Scaligera, per la prima volta, non nasconde le sue ambizioni. Punta alla conquista della Coppa Korac e vuole confermarsi in campionato. Può contare su Mike Iuzzolino italiano e sulla conferma di Keys. Il terzo americano è Myron Brown, che prende il posto di Londero. Il “pacchetto” dei lunghi è irrobustito da Hansi Gnad. La Mash prova subito la delusione dell’eliminazione dalla Coppa Italia ad opera della Stefanel di Marcelletti (-7 a Milano, +6 al PalaOlimpia). È un duro colpo che peserà sul futuro di Andrea Mazzon. La Mash comincia bene il campionato, battendo la Polti Cantù 79-62, ma poi perde a Milano su una bomba dall’angolo di Sigalas (che prima aveva 0/7 al tiro), dando respiro a Marcelletti che avvertiva aria di contestazione (85-84). Vince a Siena (83-86) con i tre americani in evidenza e si prende la soddisfazione di superare i campioni d’Italia della Benetton (69-60) al palaOlimpia dove Brown limita Williams, Gnad è micidiale in gancio e Iuzzolino dirige al meglio e segna. La Mash subisce il ritmo di Pozzecco a Varese (98-75) e mastica amaro al PalaOlimpia dove la Buckler vince 78-82 all’overtime, dopo che i gialloblù erano stati capaci di recuperare nove punti in 50″ e allungare la partita con una tripla di Jerichow. Ci pensa Iuzzolino a ispirare il sofferto successo su Reggio Calabria (80-74), con Bullara e Keys decisivi nel finale. Ma è ancora sconfitta a Casalecchio ad opera della Teamsystem (88-82), che pure non ha in campo Dominique Wilkins. Ci pensa Chiagic, con 20 punti nel solo primo tempo, a indirizzare la gara verso la Fortitudo. La Mash torna a dare spettacolo, almeno nel secondo tempo, contro la Pompea Roma (85-64), si conferma a Pistoia (75-80) con 25 punti di Iuzzolino e 21 di Brown, ha la meglio della Reggio Emilia di Lombardi e Mike Mitchell (75-66), cala il poker a Rimini (66-70) e sale al quarto posto in classifica. La striscia positiva prosegue contro la Scavolini (82-79) con 33 punti di Iuzzolino, ma si interrompe a Cantù dove la Mash, reduce dal torneo di Haarlem, in Olanda (dove ci sono state sì tre partite, ma anche turismo invece di allenamenti), appare senza concentrazione e condizione atletica. Emergono lì contrasti tra Mazzon e Blasone e si capisce che il primo, conclusa la stagione, non resterà alla guida tecnica della squadra. È, invece, una Mash da palati fini quella che dispone agevolmente della Stefanel Milano, surclassata 85-65 e si ripete sulla Fontanafredda Siena (95-73). Lo stop arriva a Treviso dalla Benetton (84-75) e sfuma, così, il terzo posto in classifica. La Mash non morde in difesa e non regge gli scatenati Petruska, Pozzecco e Komazec nella sfida con Varese (80-83) e arriva la terza sconfitta consecutiva a Casalecchio, dove Danilovic spegne i sogni gialloblù a pochi secondi dalla fine (74-73). La Mash torna al successo con una tripla di Dalla Vecchia a Reggio Calabria (74-75) e, quando sembra spacciata, trova un Brown micidiale da tre punti a favorire il successo sulla Teamsystem Bologna (89-85). Dopo la solita sconfitta al PalaEur, aggravata da un atteggiamento vacanziero dei gialloblù (87-74), la Mash coglie la vittoria più larga della stagione divertendosi contro Pistoia (83-56) e si conferma al quarto posto sul campo della Cfm Reggio Emilia (82-83, ultimo punto gialloblù con un libero di Keys 60″ dalla fine), alla quale non bastano 45 punti di Mitchell. Vince anche su Rimini (88-76), pur deconcentrata col pensiero rivolto alla prima gara della finale di Korac, ma affonda a Pesaro (75-59), all’ultima di “regular season”, contro una Scavolini ultima in classifica (e retrocessa). Mazzon ha Gnad con la schiena dolorante e Keys con un malanno muscolare, il tutto alla vigilia della partenza per Belgrado. La conseguenza è che la Mash scende al 5° posto, piazzamento che la costringe a ritrovare Rimini al primo turno dei play off. La sconfitta, insomma, si rivelerà pesantissima, decisiva sull’esito finale del campionato e del futuro. Con la Coppa Korac in bacheca, la Mash non trova la concentrazione e determinazione giusta in gara1, al PalaOlimpia dove, dopo la passerella con il trofeo, i gialloblù appaiono sfasati, concedono ben 30 punti a Gorenc, subiscono la difesa aggressiva e vivono solo sul tiro da tre punti. L’82-88 finale è abbinato alla chiara impressione di una Mash ormai scarica. La conferma arriva quattro giorni dopo a Rimini dove la Pepsi elimina Verona vincendo 70-64 (Gnad si infortuna dopo 4’). L’uscita di scena è tanto più grave perché la Scaligera rimane, così, fuori dall’Europa, con indubbio danno economico, all’immagine ed ai programmi futuri. La delusione è enorme e supera, persino, la gioia per il trionfo in Coppa Korac.

1998/1999. Il ritorno di Marcelletti ... >>

La Scaligera trova nella Müller un prezioso compagno di viaggio. È, però, fuori dall’Europa nell’anno in cui il patron Giuseppe Vicenzi si attornia di prestigiosi partner. Già sull’aereo di ritorno da Belgrado, Fadini ammetteva il dubbio tra confermare il gruppo che ha conquistato la Coppa Korac o dare l’avvio ad un nuovo ciclo. Il primo passo è il ritorno di Franco Marcelletti alla guida tecnica. La scelta è puntare su un n. 4 straniero e cade su Eddie Elisma. Deluderà e sarà presto tagliato. L’altro dubbio è se attendere o meno il recupero di Rudy Keys: si seguirà la prima opzione e i risultati non saranno felici. In Coppa Italia gioca Artie Griffin, poi sostituito da Conner Henry e il cambio del play è Hansell. Altra scelta non condivisa dai tifosi è la partenza di Dalla Vecchia per Pistoia.
La Müller comincia bene la stagione battendo Avellino e Rimini in Coppa Italia, ma poi è eliminata dalla Buckler Bologna e fa un passo falso alla prima di campionato, al PalaOlimpia, contro Imola (66-79). Iuzzolino mette 32 punti, ma non ha alternative. Marcelletti chiede scusa ai tifosi per la brutta prova, ma anche a Treviso non regge il confronto e si prende 20 punti dalla Benetton (83-63). Elisma e Keys sono fuori fase e il solito Mike non basta. Londero, almeno, si riscatta a Gorizia con 31 punti e la Mash rompe il ghiaccio (71-82). Al palaOlimpia, però, i gialloblù sembrano “fantasmi” e senza fiducia nei propri mezzi contro la Teamsystem (60-92). La società taglia Elisma, ma a Cantù, dove la Müller realizza solo 51 punti (minimo storico) contro i 65 della Polti, si fa male Conner Henry. Così Elisma è reintegrato e gioca una buona partita, al palaOlimpia che, però, rimane tabù al cospetto della Pompea Roma (73-75). L’americano è ancora in campo, per l’ultima volta, a Varese dove la Müller risorge a Varese (74-78), ma la squadra (che ritrova Dalla Vecchia, rientrato da Pistoia) è poi gravemente colpevole contro Rimini (57-58), quando smette di… difendere quando si trova avanti di 10 punti. A Siena non dà segni di risveglio (80-63). La società è attesa a decisioni dolorose che si concretizzano con l’esonero di Marcelletti, sostituito da Rudy D’Amico, da cinque anni senza panchina, e con l’arrivo di David Booth, uno da 40 punti a partita nelle mani. La Müller è terz’ultima in classifica con soli 4 punti, il doppio di Gorizia e Pistoia.
La Müller torna a sorridere al palaOlimpia contro la debole Pistoia (65-58) e contro la Sony Milano (87-77) quando Booth aggiunge 11 rimbalzi ai 20 punti realizzati ed esordisce Dedric Willoughby. Vince anche in trasferta, a Reggio Emilia, con un grande Booth (75-79). Gioca alla pari per 15’ contro i campioni d’Europa della Kinder Bologna (79-92), ma poi non bastano i 33 punti di Iuzzolino per evitare la sconfitta a Imola (89-90). Tre triple consecutive di Willoughby, il dominio di Gnad ai rimbalzi e le raffiche di Iuzzolino e Booth spingono la Müller al successo sulla Benetton (95-86). La squadra batte Gorizia 108-99 e gioca una buona gara a Bologna contro la Teamsystem, recuperando 15 punti sino al “-1″, prima di cedere al rish finale di Fucka e Myers (81-74).
Quando la Müller fa una figuraccia, in casa, contro Cantù (100-107) all’overtime, l’impressione è che l’”effetto D’Amico” si sia esaurito. La società è furiosa e minaccia provvedimenti. Ma non c’è scossa. Al PalaEur, dove la Müller gioca alla pari, ma non è squadra nei momenti decisivi, si sa, non può essere che sconfitta (75-71) e si parla di vergogna quando è battuta da Varese (82-90): si blocca quando è avanti di 12 punti, non va a bersaglio per sette minuti di fila e, avanti di uno a sette secondi dalla sirena, si fa superare da una squadra senza il miglior realizzatore Mrsic e Pozzecco. La discesa continua con l’83-82 di Rimini dove, ancora una volta, il sorpasso arriva all’ultimo istante: avanti di un punto a 3″ dalla fine, sul tiro sbagliato di Granger va a commettere fallo ed è punita dalla lunetta.
Torna Marcelletti (che si porta dietro Pippo Faina come assistente): gli si chiede di salvare la squadra dalla retrocessione. Gli allenamenti blandi di D’Amico sono andati bene per un po’, ma ora i giocatori non hanno più alibi. Sembra proprio tornata l’allegria nel 92-82 contro Siena (Booth 31 punti, Iuzzolino 20). Ma non c’è pace in questa stagione: Iuzzolino si fa male ed esce dal campionato. Marcelletti non perde l’ottimismo dopo la netta sconfitta di Pistoia (84-70). E’ buon profeta perché la Müller offre una grande prestazione a Milano dove batte la Sony 80-85 con Booth e Willoughby sugli scudi ed una difesa rocciosa, assicurandosi, così, la permanenza nella massima serie. Le triple di Reggio Emilia (nove nel solo primo tempo) scavano il solco al PalaOlimpia (72-81), poi colmato dai gialloblù che, però, subiscono Mitchell nel finale. Ma la sconfitta non pesa, così come l’ultima della stagione regolare sul campo della Kinder (80-55).
Per la Müller è già un successo giocare i play off. I gialloblù affrontano la Sony Milano che vince gara1 per 80-74, con i colpi di Demarco Johnson, ma sono bravi ad allungare la serie al PalaOlimpia dove offrono grande basket nel primo tempo e chiudono 75-61, con Gnad signore degli anelli e Willoughby straordinario (30 punti, 6/10, 5/7, 3/4). La Müller cede solo all’ultimo giro di lancette in gara3 (72-69), spinta da Dalla Vecchia (17 punti) e Booth (25). L’ultimo tentativo da tre punti di Robi va sul ferro.

Henry Williams 1994/95

Mike Iuzzolino 1997/98

Randolph Keys 1997/98