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Glaxo Verona 1988/89

Glaxo Verona 1988/89

L'esperienza nelle Minors e la prima promozione in A2 ... >>

I primi anni della Scaligera Basket sono nel segno di Andrea Piotto, un “padre” della pallacanestro veronese, fondatore della società il 14 febbraio 1951. Accanto a Piotto c’è sempre la moglie Maria Benedetti. La squadra gioca in Promozione e sale in serie D a conclusione della stagione 1971-72. Per festeggiare l’avvenimento, viene organizzato in Arena un quadrangolare con Simmenthal Milano e Ignis Varese, le dominatrici dell’epoca, la Jugoplastika Spalato e la squadra americana dell’All Star Gillette. Il successo è strepitoso con la presenza di 16 mila spettatori. Tra questi c’è Giuseppe Vicenzi. Mario Natucci, uno degli organizzatori dell’evento, già giocatore della Scaligera, lo convince ad investire nel basket. L’accordo con Piotto è presto fatto: la Scaligera Basket diventa proprietà di Giuseppe e Mario Vicenzi. L’obiettivo è chiaro sin dall’inizio: «Portare la pallacanestro veronese ai massimi livelli». Nel 1972-73, allenatore Vasco Properzi, la Vicenzi Biscotti chiude al 5° posto in serie D (quarto campionato nazionale), risultato inatteso. L’obiettivo nel 1973-74 è la promozione, ma alla fine la Scaligera è 4^. La serie C arriva con la stagione 1974-75 quando la squadra sfiora persino il doppio salto. Per affrontare la C, la guida tecnica viene affidata a Massimo Villetti, ex della grande Ignis: il bilancio è inferiore alle attese (13 vittorie, 17 sconfitte), ma con l’arrivo di Gianni Betteli (1° nella classifica marcatori), ecco il salto in serie B nel 1976-77. Un anno dopo la delusione: la Vicenzi subisce la retrocessione all’ultima giornata. La squadra, guidata da Franco Giuliani, subisce la beffa: è 4^, a soli due punti dalla B, dopo cinque minuti di “follia” contro la Nordica. Il purgatorio in C si prolunga: la Vicenzi è solo 5^ nel 1979-80, il primo con Ferdinando Torresani come direttore sportivo. Ma ritorna in B a conclusione della stagione 1980-81, sotto la guida tecnica di Giorgio Maggi. La stagione successiva non è secondo speranze, ma c’è la salvezza. Maggi lascia il posto a Bruno Arrigoni. Intanto, emergono i problemi dati dalla mancanza di un impianto adeguato al grande basket. La Scaligera attira sempre più spettatori. La palestra del Coni in Basso Acquar dimostra i suoi limiti. La Vicenzi si sposta a S. Giovanni Lupatoto. E a conclusione del campionato 1982-83 conquista la promozione alla A2 dopo una drammatica sfida con la Cida Porto S. Giorgio, che vince gara 1 a S.Giovanni Lupatoto. Poi i biancorossi vincono nelle Marche e festeggiano in casa.

Fra Padova e Verona, poi il il Palaolimpia. E la Glaxo ... >>

Nell’estate 1983 divampa il problema palasport. L’Ente Fiere non concede di giocare in uno dei suoi capannoni. L’Amministrazione comunale comincia a pensare a realizzare l’impianto, ma i tempi non coincidono. La Scaligera va in esilio a Padova. I suoi americani sono il lungo Jim Johnstone e la guardia Marty Byrnes. La squadra è debole e paga la mancanza di un fattore campo. Vince solo sei partite su 30. La strada della retrocessione è presto segnata. La società assorbe bene la delusione e, saggiamente, programma la risalita in due stagioni. Solo dopo sarà pronto il PalaOlimpia. In B, nel 1984-85, insomma, è… proibito vincere. Giuseppe Vicenzi, intanto, coinvolge la Glaxo, guidata da Mario Fertonani, già giocatore nella Libertas Bauli, che sostiene la Scaligera con il marchio Citrosil. Il nuovo allenatore è Silvio Bertacchi che porta la squadra al 3° posto, il primo delle escluse. E, l’anno dopo, alla promozione: si festeggia il 25 maggio 1986 sul campo della Caripe Pescara, battuto in due partite. E il 21 settembre c’è il PalaOlimpia ad accogliere la Citrosil. Bertacchi è confermato: in estate si culla sull’illusione di avere Mike D’Antoni e Dino Meneghin, in difficoltà (passeggera) a Milano. La Citrosil si rivela fragile. I due americani, Meents e Bilas, non fanno la differenza. E Rautins, subentrato al primo, pur essendo “macchina da punti” non può risollevare una situazione compromessa. Dopo l’esordio vittorioso contro Forlì, cinque sconfitte consecutive fanno capire che sarà dura salvarsi. Qualche speranza rimane viva sino alla quart’ultima giornata col successo di Cremona, poi tre sconfitte di fila sanciscono il ritorno in B. E’ ora di cambiare. Lo impone lo stesso Fertonani che ha dichiarazioni pesanti nei confronti di Bertacchi e dello stesso Torresani. Comincia una nuova storia con l’arrivo del nuovo direttore sportivo, Andrea Fadini. L’obiettivo è chiaro: tornare subito nel basket che conta. La società allestisce uno squadrone per la B, con Brumatti e Malagoli, tra i più grandi di sempre, e l’affida a Dado Lombardi, uno che sa trascinare e coinvolgere il pubblico, la persona giusta per introdurre la Verona dei canestri nel grande basket. E’ una cavalcata. La Scaligera torna per la terza volta in A2 dopo la doppia sfida finale con Imola.

1988/1989. La serie A1 sfiorata nel segno di Praja Dalipagic ... >>

Il primo obiettivo è non retrocedere per la terza volta. La conseguenza è assumere un giocatore che garantisca la salvezza. Drazen Dalipagic è quello giusto. A Venezia, con Radovanovic, è stato determinante per mantenere la squadra nella massima serie. Praja scende volentieri in A2. Ama le macchine e Venezia, ormai, gli sta un po’ stretta. Lombardi lo vuole. I due si incontrano a metà strada tra Verona e Venezia (Dado smentisce). La Scaligera diventa… Glaxo. E prende James Bailey: è presentato come uno dei cinque americani più forti mai arrivati in Italia. Arrivano Brusamarello e, grosso colpo di mercato, il giovane Paolo Moretti. Lombardi si tiene stretto Brumatti, affida a Lardo la regìa, a Zamberlan il posto in ala piccola, a Sfiligoi e Dalla Vecchia l’area piccola. La squadra comincia eliminando l’Arimo Fortitudo Bologna di Artis Gilmore dalla Coppa Italia con un canestro di Dalipagic allo scadere. Ma perde alla prima di campionato, al PalaOlimpia, con la Marr Rimini (79-83). E’ una doccia fredda, alla quale la Glaxo rimedia subito a Brescia dove stende la Filodoro di Mike Mitchell (83-102) con 53 punti di Dalipagic (record di sempre per Verona), che chiude con 15/23 da due, 0/2 da tre, 23/24 ai tiri liberi. Praja (46 punti) trascina la squadra al successo sulla Sangiorgese (92-75), ma la Glaxo perde poi a Forlì (80-78) ed a Gorizia (101-98) all’overtime: Moretti si assume la responsabilità dell’ultimo tiro, ignorando Dalipagic, lo sbaglia e Praja, sorpreso, non sfrutta il rimbalzo e Bursi, in contropiede, chiude un gioco da tre punti. In squadra, c’è aria pesante: Bailey sta deludendo e Praja non ha feeling con lui. Lo slavo firma 47 punti al palaOlimpia, ma non bastano contro l’Irge Desio (96-99).
La Glaxo torna al successo sulla Fantoni Udine (90-85), ma a Cremona dopo il facile successo sulla Teorema Arese (117-112 con 46 punti di Dalipagic, che supera quota 7000 punti in serie A), la Glaxo cade 81-76. La società taglia Bailey e tessera Bill Garnett, centro con buon tiro da fuori. La Glaxo ritrova equilibrio, rimonta (88-79) l’Annabella Pavia, liquida la Sharp Montecatini (102-81), fa un grosso colpo a Pistoia contro la Kleenex (79-81) in un ambiente infuocato (monetine in campo alla fine e anche un colpo di pistola in aria) e comincia il 1989 espugnando Pescara (84-86) con il solito Dalipagic trascinatore (36 punti). L’ultimo tiro (sbagliato da Moretti) è fatale nella sconfitta interna con la Neutroroberts Firenze (69-70) e i problemi tornano quando la Glaxo, con Dalipagic insolitamente spento, perde 83-79 a Rimini dove Garnett si blocca per un malanno alla schiena che porta la Scaligera a reintegrare James Bailey. Per una volta, la coppia Dalipagic-Bailey fa impazzire il PalaOlimpia, assieme ad uno strepitoso Moretti, nella vittoriosa gara con la Filodoro Brescia (99-79). James conquista il rimbalzo decisivo a 11″ dalla sirena in Sangiorgese-Glaxo 84-85, ma contro Forlì è Dalipagic ad essere il miglior rimbalzista oltre che firmare 46 punti (107-104). Ancora Praja (48 punti) è determinante nel nascondere le lacune difensive della squadra contro la S. Benedetto Gorizia (91-84) e la difesa è sotto accusa nella sconfitta di Desio (91-85) dove Bailey è sotto tono. La Glaxo ritrova il miglior Bailey contro Udine (91-87) e mette in mostra un grande Dalla Vecchia nella partita persa al PalaOlimpia contro la capolista Standa Reggio Calabria che vince (82-87) con tre bombe consecutive di Caldwell. Dopo la sconfitta di Cantù contro Arese (91-77), la Glaxo batte Cremona (85-78) con Bailey che fa l’americano (24 punti, 16 rimbalzi). Ma arrivano tre sconfitte di fila: 92-81 a Pavia, 94-91 a Lucca contro Montecatini, 82-83 in casa con Pistoia. La Glaxo annulla il rischio di rimanere fuori dai play out battendo Pescara (112-82) al PalaOlimpia dove Dado Lombardi annuncia che, a fine stagione, lascerà Verona (in realtà la società aveva già contattato Alberto Bucci). L’A1 rimane un obiettivo. E la Glaxo (che chiude la regular season vincendo a Firenze 93-96) va vicinissimo a centrarlo, ai play out. Ci sono due posti disponibili, con Roma e Reggio Emilia, che vengono dalla A1, favorite. Bailey e Moretti mettono a segno il 60% dei punti a Udine (91-103), mentre con le Cantine Riunite Reggio Emilia, ex squadra di Lombardi e Brumatti, è un guizzo di Brusamarello a decidere il confronto (82-80). Ma riesplode il caso Bailey: il giocatore dice di avere un risentimento muscolare al polpaccio e non gioca contro Rimini, battuto 97-93. L’assenza, comunque, pesa e la Glaxo si arrende a Pistoia (80-77), dopo essere risalita dal “-17”. Tira male al PalaOlimpia e la Phonola Roma passa (67-71). Si rianima con il 105-89 alla Fantoni Udine (Praja 39 punti) quando rientra Bailey, ma l’americano è persino nocivo a Reggio Emilia (97-81). La Glaxo tiene viva la fiamma della speranza con il colpo di Rimini (71-72) dove, però, perde Sfiligoi, e battendo Pistoia 87-83 con Dalla Vecchia e Brumatti in gran spolvero. Si gioca, così, la promozione nell’ultima partita, al PalaEur, contro la Phonola Roma (alla porta c’è già il Messaggero di Raul Gardini con ambiziosi progetti): per 39 minuti sogna, poi pesano le assenze dei lunghi e Skansi trova le contromisure su Dalipagic. La Glaxo, avanti di 13 a metà secondo tempo, cede all’ultimo giro di orologio (82-78). In A1 rimangono Roma e Reggio Emilia.

Giampaolo Zamberlan 1987/88

Moreno Sfiligoi 1988/89