Crespi: «Questa Tezenis avrà tante storie da raccontare»

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CRESPI TELEARENA

Di seguito le dichiarazioni di Marco Crespi, capo allenatore della Tezenis Verona, ospite il 12 ottobre di “Lunedì nel Pallone”, trasmissione di approfondimento sportivo di TeleArena in onda dalle 21:10.
«Il contesto sportivo qui è unico, come le due squadre in Serie A di calcio. Perché Verona non è la metropoli Milano o quella con tradizione storica come Torino. Verona e Chievo sono due realtà molto diverse. L’Hellas è qualcosa che va oltre il fatto sportivo, il Chievo uno splendido prodotto di nicchia.

L’emergenza degli infortuni nello sport? Quando c’è si può anche pensare a giocare in modo diverso. Quando ero assistente di Tanjevic e vincemmo l’Europeo pareva che non avessimo un play di alto livello. E allora il play lo fece Andrea Meneghin. Altro esempio, quando Golden State ha vinto il titolo Nba era ad un certo punto sotto 2-1 nella serie finale e nelle successive quattro gare non diede neanche un minuto al suo centro che ne giocava prima 32 di media.

Io filosofo? Mi piace leggere i filosofi ma non mi sento un filosofo. Sono un fanatico nel trovare nuovi dettagli e capire quel che il campo esige. A partire dal modo di comunicare a tutto il resto. Penso di essere stato fortunato nel fare un lavoro che avevo in mente fin da piccolo, lo scrissi anche in un tema in prima liceo. Il basket è un microcosmo a cui non serve nient’altro per essere felici. I miei riferimenti? Da giovane ero curioso della gestione del gruppo, il mio fratello maggiore è stato Boscia Tanjevic.

La mia gestualità? È solo una piccola parte del rapporto con i miei giocatori. Vivo con passione le loro performance. Amo i miei giocatori. Pensando che chiunque vada a vedere una partita va per vivere un’emozione e trasmetterle.

I margini di crescita? Ogni giorno si può migliorare, a livello di vissuto la Tezenis è solo al 20% del percorso che abbiamo nella testa.

La passata stagione? Sono un amico fraterno di Ramagli, abbiamo lavorato insieme, sappiamo che nelle partite in cui ci sono i playoff tutto può capitare. Una vittoria o una sconfitta è un dolce-amaro inganno. C’è un campionato a 32 squadre con una sola promozione, numeri che mal si combinano. Assurdi direi. Guardiamo avanti, questa squadra avrà tante storie da raccontare. Dalla passione del club alla passione di chi in questo club ci lavora.

Volevamo una squadra in cui ognuno avesse una motivazione speciale davanti a questa stagione. E la motivazione interna può fare la differenza. Il nostro uomo in più? Se ne avremo uno vuol dire che avremo perso il campionato. Noi dobbiamo essere una squadra».